E’ decisamente complicato trovare l’equilibrio tra difesa del paesaggio e necessità di sviluppare le energie rinnovabili in Toscana. Per l’ennesima volta, la Giunta regionale ha bocciato un progetto fotovoltaico – soggetto a valutazione d’impatto ambientale (Via) statale – presentato in Maremma. Si tratta di 45mila pannelli della potenza di 710 watt ciascuno, per un totale di 32 megawatt di picco, da installare a terra nel Comune di Piombino (Livorno), località Alturetta e Paduletto, ma visibili anche da Campiglia Marittima. L’impianto agrivoltaico, che dovrebbe consentire la coltivazione o l’allevamento senza sottrarre terreno all’agricoltura, è stato proposto dalla società Orta Energy 14.
I motivi del ‘no’: rumore, paesaggio, cumulo di impianti simili
La Regione nella sua istruttoria ha rilevato aspetti progettuali in contrasto con le direttive del Piano di indirizzo territoriale, oltre che un “significativo impatto ambientale” sul fronte del rumore, del paesaggio e per il cumulo di impianti della stessa tipologia che si determinerebbe nell’area. Anche il Comune di Piombino ha espresso parere sfavorevole. Ora spetterà al ministero dell’Ambiente decidere il da farsi, considerato che il parere regionale non è vincolante.
Tanti pareri sfavorevoli dati dalla Regione a impianti in Maremma
La bocciatura regionale di un impianto rinnovabile in Maremma – area che è stata presa letteralmente d’assalto da progetti fotovoltaici per la sua natura pianeggiante e soleggiata – segue altri ‘no’ espressi nell’ultimo anno, nell’ambito di procedimenti di Via statale: per un parco agrivoltaico da 39 megawatt a Gavorrano; per un parco agrivoltaico da 37 megawatt a Manciano; per un pascolo solare da 44 megawatt sempre a Manciano. Il motivo è sempre la difesa del paesaggio. Ma il dilemma difficile da risolvere, a questo punto, è come farà la Toscana ad installare, entro il 2030, 4.250 megawatt di rinnovabili in più rispetto a quelli del 2020, obiettivo fissato dal decreto sulle ‘aree idonee’. A fine 2024 – secondo quanto reso noto da Legambiente – mancavano all’appello 80 megawatt, e si era arrivati solo al 13,8% dell’obiettivo. Proseguendo di questo passo, il traguardo sarà tagliato con 19 anni di ritardo, nel 2049.
Silvia Pieraccini