Pannelli fotovoltaici
Quei pannelli fotovoltaici da installare su 59 ettari di terreni agricoli – coltivati a leguminose (per far pascolare e alimentare le pecore) e disseminati di arnie – hanno un “impatto negativo” sul paesaggio, anche in considerazione degli “effetti cumulativi” con altri impianti di energie rinnovabili che alterano l’ambiente rurale della Maremma.
La proposta arriva dalla società romana Naturgy Italia
Per questo la Regione Toscana, con una delibera della Giunta votata il 29 settembre, ha dato parere negativo all’impianto da 39 megawatt, proposto nell’ottobre 2024 dalla società romana Naturgy Italia srl e oggetto di un procedimento nazionale di valutazione d’impatto ambientale (Via). L’impianto verrebbe realizzato nel Comune di Gavorrano, mentre il sistema di accumulo Bess da 12 megawatt e una parte del cavidotto per collegarlo alla rete di trasmissione nazionale sarebbe nel Comune di Grosseto e il restante cavidotto nel Comune di Castiglione della Pescaia.
Parere non vincolante ai fini della ‘Via’ statale
Nella delibera regionale si collega la deturpazione del paesaggio alle dimensioni e all’aspetto (il “layout”) dell’impianto, e si richiama l’istruttoria svolta dal settore ‘Via’ regionale nel settembre 2025 che rileva un “rilevante impatto ambientale non mitigabile sulla componente paesaggio”. Il parere espresso dalla Regione nell’ambito di un procedimento di valutazione d’impatto ambientale (Via) di competenza statale non è vincolante, e dunque bisognerà vedere l’esito finale dell’iter.
La Maremma presa d’assalto dalle rinnovabili
Si tratta in ogni caso dell’ennesima bocciatura della Regione nei confronti di un impianto rinnovabile in Maremma, area che è stata presa letteralmente d’assalto da progetti di questo tipo. Per fare chiarezza sulle aree in cui sono ammessi impianti fotovoltaici e eolici, e cercare di sciogliere il difficile rebus sulla convivenza di rinnovabili e paesaggio, si attende il varo della legge regionale sulle aree idonee alle rinnovabili, rimasta in standby dopo che il Tar del Lazio nel maggio scorso ha annullato parte del decreto sulle ‘Aree idonee’. Spetterà al nuovo Consiglio regionale, che uscirà dalle elezioni del 12-13 ottobre, decidere in quali aree (‘idonee’) si potranno seguire procedure accelerate per avviare gli impianti; in quali zone (‘non idonee’ ) saranno vietati gli impianti rinnovabili; in quali si applicherà il regime ordinario per autorizzare i progetti green.
Entro il 2030 in Toscana 4.250 megawatt di rinnovabili in più
La legge regionale sulle aree idonee è lo strumento che, sulla carta, dovrebbe servire a cambiare ritmo, accelerando le installazioni anche alla luce degli obiettivi fissati per la Toscana dal decreto omonimo: entro il 2030 dovranno essere installati 4.250 megawatt di rinnovabili aggiuntivi rispetto a quelli al 2020. Finora il ritardo accumulato è pesante: a fine 2024 – secondo quanto reso noto da Legambiente – mancano all’appello 80 megawatt (sono stati installati 587 Mw rispetto alle previsioni di 667 Mw), e si è arrivati solo al 13,8% dell’obiettivo (best performer è il Lazio che è al 39,9%). Proseguendo di questo passo, calcola l’associazione ambientalista, la Toscana raggiungerà i 4.250 Mw aggiuntivi con 19 anni di ritardo, nel 2049 anziché nel 2030.
Silvia Pieraccini