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Manciano, in Maremma, è il Comune toscano che vanta il maggior numero di progetti di rinnovabili da vagliare, tanto che il sindaco si sente “assediato” e sta chiedendo da tempo alla Regione Toscana di delimitare le aree in cui poter installare impianti (è l’annosa questione delle legge sulle aree idonee alle rinnovabili). Nel frattempo la stessa Regione – che nell’ultimo anno ha espresso un giudizio negativo sia sul parco eolico da 48 megawatt targato Wind (giugno 2024), sia sul “pascolo solare” da 44 megawatt di Edp Renewables (gennaio 2025) – ha dato un altro parere sfavorevole, questa volta sul parco agrivoltaico (il fotovoltaico a terra) con potenza di picco pari a 36,88 megawatt che la società milanese Greenhub 1 vorrebbe costruire sempre a Manciano.
Impatto troppo forte sul paesaggio
Anche in questo caso, come negli altri due, si tratta dell’espressione del parere regionale (non vincolante) richiesto nell’ambito di un procedimento di valutazione d’impatto ambientale (Via) di competenza statale, e dunque bisognerà vedere l’esito finale dell’iter. Per la Giunta regionale l’impianto fotovoltaico ha un impatto troppo forte sul paesaggio, non solo sul comune di Manciano ma anche su quello confinante di Capalbio, area “caratterizzata da alti valori estetico-percettivi e storico-testimoniali”.
La tutela del territorio viene prima delle rinnovabili
Pur riconoscendo l’importanza di attuare progetti diretti al raggiungimento degli obiettivi energetici strategici regionali e nazionali, la Regione ritiene “comunque prioritario, nell’ambito della valutazione d’impatto, la tutela del territorio, il rispetto della capacità rigenerativa degli ecosistemi e delle risorse, la salvaguardia della biodiversità”. Questo progetto, che insiste su una grande area agricola in una zona già fortemente interessata da progetti analoghi, secondo la Giunta regionale comprometterebbe “l’identità del luogo, interrompendo la continuità visiva e funzionale delle matrici agroecologiche presenti”.
Ecco i 13 impianti rinnovabili oggetto di Via nazionale a Manciano
Proprio ai fini della valutazione degli impatti cumulativi, il ministero dell’Ambiente ha segnalato alla Regione che nello stesso territorio comunale di Manciano sono state presentate 13 istanze di Via di impianti di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili: l’impianto fotovoltaico a inseguimento monoassiale con potenza nominale pari a 62,335 megawatt in località Poggio Contino; l’impianto fotovoltaico denominato “Montalto Pescia” della potenza nominale di 65,29 MWp da realizzarsi nei comuni di Montalto di Castro (Viterbo) e Manciano; l’impianto eolico di potenza nominale 48 megawatt da realizzarsi in località Montauto; l’impianto agrofotovoltaico della potenza complessiva di 76.7 MWp da realizzarsi nei comuni di Montalto di Castro e Manciano; l’impianto fotovoltaico di potenza nominale 45MWp; l’impianto agrovoltaico “Manciano 24.48” con potenza di picco nominale pari a 27.550,32 kWp; l’impianto fotovoltaico “Solar Hills” con una potenza di picco di 85,118 megawatt; l’impianto agrivoltaico denominato “Pascolo Solare Maccabove” della potenza complessiva di 44,46 MWp; impianto di produzione di energia elettrica da fonte eolica “Fiora” di potenza nominale pari a 52,8 MW; parco eolico di Manciano di potenza complessiva di 50,4 MW; parco eolico collegato costituito da 14 aerogeneratori di potenza unitaria pari a 5,2 MW e di potenza complessiva di 72,8 MWp, da realizzarsi nelle località Pian di Morrano e località La Rotta nel comune di Pitigliano e nel comune di Manciano; impianto
agrivoltaico per la produzione di energia elettrica, di potenza nominale pari a 19,3 MW, costituito da
cinque sottocampi, denominato “Mancius PV”; impianto agrivoltaico denominato “Campigliola” della potenza complessiva di 57,5 MWp.
Anche la Provincia di Grosseto è critica
Peraltro – sottolinea la Regione in riferimento al progetto di parco agrivoltaico proposto da Greenhub 1 – anche la Provincia di Grosseto ha rilevato simili elementi di criticità, mentre l’Autorità di Bacino distrettuale Appennino settentrionale e Arpat settore Via/Vas hanno rilevato la
necessità di indagare meglio gli impatti relativi, rispettivamente, alla pericolosità e rischio idraulico e da frana,e relativamente ad acque superficiali, microclima, terre e rocce da scavo, ed elettromagnetismo.
Silvia Pieraccini