Durante il Forum della Piccola Industria di Confindustria, che si è svolto nei giorni scorsi a Firenze, la presidente toscana Francesca Posarelli ha chiesto dal palco che nella futura legge regionale sulle aree idonee alle rinnovabili – su cui sta lavorando da tempo la Regione – non siano inseriti nuovi vincoli rispetto a quelli nazionali. Quel testo, approvato dalla Giunta e dal dicembre 2024 all’esame delle commissioni consiliari Ambiente e Sviluppo economico (l’ultima volta lo hanno discusso in seduta congiunta il 4 marzo scorso e rinviato in attesa di nuovi passaggi politici e tecnici), ora ha un motivo in più per rimanere “congelato”.
Si aggiunge confusione al quadro delle normative regionali
Il Tar del Lazio ha infatti annullato parzialmente il decreto Aree Idonee varato dal ministero dell’Ambiente nel giugno 2024, chiedendone la riformulazione entro 60 giorni. Il Tar ha sollevato anche la questione di legittimità di fronte alla Corte Costituzionale della legge regionale della Sardegna, una delle tre Regioni che finora hanno approvato una legge in materia. L’effetto della decisione dei giudici amministrativi è quello di aggiungere confusione al quadro delle normative regionali, che erano previste come obbligatorie “entro 180 giorni dalla pubblicazione del decreto”, e che ora si fermano in attesa che il quadro si chiarisca.
Troppa discrezionalità assegnata alle Regioni nell’individuare le aree idonee alle rinnovabili
La parte annullata dal Tar – i commi 2 e 3 dell’articolo 7 – di fatto garantiva alle Regioni un ampio margine nel definire modalità e parametri per l’individuazione delle aree su cui costruire impianti rinnovabili con procedure accelerate. La sentenza è stata accolta con favore da diverse associazioni ambientaliste (il ricorso era stato presentato da Anev, l’associazione nazionale energia del vento, che riunisce 120 aziende attive nella costruzione di impianti eolici), che accusano le Regioni di ostacolare la realizzazione di impianti fotovoltaici e eolici. “Valuteremo le azioni da fare”, ha commentato il ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin.
Entro il 2030 in Toscana 4.250 megawatt di rinnovabili in più
La legge regionale sulle Aree idonee è lo strumento che, sulla carta, dovrebbe servire a cambiare ritmo, accelerando le installazioni anche alla luce degli obiettivi fissati per la Toscana dal decreto omonimo: entro il 2030 dovranno essere installati 4.250 megawatt di rinnovabili aggiuntivi rispetto a quelli al 2020. Finora il ritardo accumulato è pesante: a fine 2024 – secondo quanto reso noto da Legambiente – mancano all’appello 80 megawatt (sono stati installati 587 Mw rispetto alle previsioni di 667 Mw), e si è arrivati solo al 13,8% dell’obiettivo (best performer è il Lazio che è al 39,9%). Proseguendo di questo passo, calcola l’associazione ambientalista, la Toscana raggiungerà i 4.250 Mw aggiuntivi con 19 anni di ritardo, nel 2049 anziché nel 2030.
La Giunta regionale ha previsto che il 70% del territorio non sia idoneo alle rinnovabili
Nelle aree definite ‘idonee’ sarà previsto un iter agevolato; nelle aree ‘non idonee’ saranno vietati gli impianti rinnovabili; nelle restanti si applicherà il regime ordinario per autorizzare i progetti green. “La legge nazionale sanciva che il 70% del nostro territorio era idoneo – ha spiegato nei mesi scorsi l’assessora regionale all’Ambiente, Monia Monni – la nostra legge inverte questo rapporto e stabilisce che il 70% della superficie non è idonea, e che il 30% si compone di aree idonee e ordinarie”. Il testo toscano introduce anche un meccanismo che redistribuisce tra i 273 Comuni della regione l’obiettivo di rinnovabili previsto dal decreto ministeriale, tenendo conto dei fattori territoriali. Ma una volta approvata la legge regionale, ai Comuni verrà data la possibilità (entro 60 giorni) di rideterminare il perimetro delle aree idonee e delle aree ordinarie, dovendo comunque garantire il raggiungimento dell’obiettivo assegnato loro.
Le rinnovabili qui sono dominate dalla geotermia
In ogni caso è scontato che sarà difficile trovare un equilibrio tra difesa del paesaggio, produzioni agricole e potenziamento delle rinnovabili. Finora la Toscana si è “salvata” grazie alla geotermia, che la fa da padrone: su 8.125 Gwh di energia elettrica prodotta nel 2023, 5.692 sono da geotermia, 1.184 da fotovoltaico, 593 Gwh da idroelettrico, 293 da eolico e 364 da bioenergie. Le rinnovabili coprono il 43% dell’energia elettrica consumata in Toscana.
Silvia Pieraccini