Negli Stati Uniti e in Australia è da tempo realtà: far pascolare le pecore sotto (e intorno) ai pannelli fotovoltaici installati a terra, per impedire che l’erba cresca troppo in alto e diventi un fastidio per l’azienda energetica. Il sistema si chiama ‘pascolo solare’ ed è stato avviato per esempio da Enel in Texas, attraverso un accordo che impegna il gruppo italiano a portare al pascolo seimila pecore su più di quattromila ettari dove sono presenti otto suoi impianti fotovoltaici.
Il progetto maremmano avrebbe un impatto sul paesaggio rurale
Anche in Italia si sta pensando di attivare pascoli solari, tanto che la società portoghese Edp Renewables, specializzata nello sviluppo di progetti eolici e fotovoltaici, a fine 2023 ha presentato al ministero dell’Ambiente una richiesta per l’avvio della valutazione di impatto ambientale (Via) su un impianto agrivoltaico chiamato ‘Pascolo solare Maccabove’, della potenza di picco di 44,46 megawatt , da realizzarsi nel comune di Manciano (Grosseto). Ma nelle settimane scorse la Giunta regionale toscana, chiamata a esprimere il parere ai fini del procedimento di Via, ha dato un giudizio sfavorevole per l’impatto visivo che l’impianto avrebbe sul paesaggio rurale identitario, interessato “da una trasformazione di lungo periodo”. Il progetto – che ricade in “aree idonee” secondo la normativa statale e in “aree non idonee” secondo quella regionale – è stato oggetto di un’istruttoria regionale che ha portato a richiedere integrazioni e chiarimenti al proponente e a consultare i Comuni di Manciano, Capalbio e Pitigliano e la Provincia di Grosseto (tutti e quattro hanno dato parere negativo), oltre a Arpat, Autorità di bacino, Acquedotto del Fiora, consorzio di bonifica, Terna e Snam Rete Gas.
“Contrasto col Pit”
Alla fine la Regione ha detto no. “Pur rilevando, quale elemento di forza, che l’impianto permette la coesistenza dell’attività di produzione di energia elettrica da fonte rinnovabile con l’attività agricola – scrive la Regione – e che lo stesso è funzionale al perseguimento dei target della programmazione energetica nazionale e regionale, in particolare per quelli in materia di decarbonizzazione e rinnovabili, generando impatti positivi derivanti dagli inquinanti risparmiati rispetto alla produzione energetica termoelettrica, ha evidenziato carenze e criticità progettuali che non hanno trovato adeguata risoluzione nel corso del procedimento condotto, con particolare riferimento alla componente ‘paesaggio’”. Il progetto, in sostanza, è in contrasto con le previsioni del Pit.
In un’area di 70 ettari pascolerebbero 330 pecore
Il progetto del pascolo solare prevede di combinare la produzione di energia elettrica tramite impianto fotovoltaico da installare su un’area di circa 70 ettari, per una potenza nominale di 44,46 Mwp, con l’attività agricola di coltivazione di un prato-pascolo polifita non irriguo e di allevamento ovino da carne semi brado. L’attività agronomica e zootecnica è calibrata per un gregge di circa 330 capi. L’impianto agrivoltaico sarebbe affiancato da un sistema di accumulo da 16 Mw e suddiviso in sette sottocampi, ciascuno dotato di una cabina di campo al cui interno risultano posizionati inverter e trasformatore. Complessivamente sono previste 2.964 stringhe di inseguitori monoassiali montati su pali alti due metri, con altezza minima da terra dei moduli fotovoltaici di 1,3 metri, massima non più di 4,95 metri.
Silvia Pieraccini