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31 gennaio 2023

Negrini-ter per Legacoop Toscana, e avanza richieste alla politica

Stop appalti al massimo ribasso, contrasto alle false cooperative, modifica della legge regionale sulla cooperazione.

Leonardo Testai
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Un cambiamento negli appalti, contrasto alle false cooperative, una riforma fiscale e previdenziale per le fasce di reddito più deboli, la modifica della legge regionale sulla cooperazione: queste le istanze principali dibattute al congresso di Legacoop Toscana, il quale ha rieletto Roberto Negrini alla guida della centrale cooperativa che in regione rappresenta oltre 2 milioni di soci, lavoratori, consumatori e produttori, in 755 cooperative che producono oltre 8 miliardi di fatturato e occupano più di 38mila addetti. Oltre 4.200 gli amministratori, il 27% donne, il 12% under 40.

Al congresso di Firenze hanno partecipato anche il presidente nazionale di Legacoop, Mauro Lusetti, e il candidato alla successione Simone Gamberini. “Siamo fatti di numeri e parole”, ha osservato Negrini nella sua relazione. “Le parole – ha spiegato – sono il rapporto con i soci e con il territorio, i numeri sono la solidità dell’impresa, i suoi fondamentali economici, finanziari e patrimoniali e negli ultimi 15 anni le cooperative si sono spesso concentrate su come far tornare i conti e ripristinare questi tre fondamentali. Ma i numeri, da soli, non generano lo sviluppo e la solidità della cooperativa”.

“Appalti sulla pelle dei lavoratori”

La denuncia del presidente di Legacoop Toscana è di un impoverimento del lavoro: “La riduzione continua del valore delle assegnazioni e dei salari dei soci negli ultimi 10 anni ha minato la possibilità di un miglioramento delle condizioni economiche e sociali del lavoro. Se gli appalti in molti settori sono costituiti per il 90% dal costo del lavoro, quando le amministrazioni ‘risparmiano’, è bene sapere che lo fanno sulla pelle dei lavoratori. L’inflazione si stabilizzerà su tassi ben superiori ai precedenti, è necessario mettere un limite invalicabile: nel corso del tempo un servizio, qualsiasi modalità si scelga per la sua assegnazione, non può diminuire il proprio valore reale, che dovrà essere adeguato secondo l’inflazione e aumenti contrattuali, rispetto all’assegnazione precedente. Solo così si potrà competere veramente sulla qualità del servizio e non più sul ribasso dei costi”.

Dal punto di vista della legalità, “occorre una seria politica di contrasto alle imprese irregolari – ha aggiunto Negrini -, che inquinano i mercati di riferimento delle nostre associate. Il nostro movimento è composto da vere cooperative che rispettano le regole e rispondono ai loro scopi statutari, e che si trovano a combattere ad armi impari contro attori spregiudicati. Chiediamo di aumentare i controlli da parte delle autorità competenti per smascherare la cooperazione spuria e le società di comodo. Infine, una richiesta alla Regione Toscana: “Modificare la legge regionale sulla cooperazione per un riconoscimento effettivo, dotandola di risorse proprie. Abbiamo avviato con la Giunta regionale un buon percorso che prevede la costituzione di un fondo dedicato per la patrimonializzazione delle imprese cooperative, che va in questa direzione, ma non si può considerare sufficiente”.

La Regione rivedrà la legge sulla cooperazione

A queste richieste ha cominciato a dare risposte Eugenio Giani, presidente della Regione, intervenendo dal palco come ospite: “Rivedremo la legge regionale sulla cooperazione, ci metteremo anche le risorse necessarie”, ha annunciato, sottolineando che “il mondo della cooperazione ha bisogno di un rapporto con le istituzioni che va rilanciato, e quindi io voglio farmene carico. I primi due anni del mio mandato sono stati presi molto dalle emergenze. Dobbiamo rilanciare un rapporto forte, nuovo attualizzato con i tempi e che guarda al futuro”.

Con il Pnrr e gli altri fondi europei, ha aggiunto il governatore toscano, “si svilupperà tutta una serie di attività a cui il mondo della cooperazione deve essere vicino, e di conseguenza anche avere una prospettiva di affidamento qualitativo delle opere e dei servizi, rispetto a quello quantitativo del massimo ribasso”, una logica quest’ultima che “si traduce in una modalità di lavoro che sacrifica i giovani e i nuovi occupati”.

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Leonardo Testai

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