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10 giugno 2025

Premio per il salario minimo di 9 euro nelle gare regionali, approvata la legge

La norma riguarda i bandi della Regione, dei suoi enti e organismi strumentali, incluse le Asl e le società in house.

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Il Consiglio regionale della Toscana ha approvato la proposta di legge presentata a marzo scorso che introduce, nelle gare regionali ad alta intensità di manodopera basate sul criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa, un criterio qualitativo premiale per le aziende che applicano un salario minimo orario non inferiore a 9 euro lordi.

La norma riguarda i bandi di gara delle procedure ad evidenza pubblica in cui la Regione Toscana, i suoi enti e organismi strumentali, incluse le aziende sanitarie locali e le società in house, siano stazioni appaltanti o enti concedenti, con particolare riguardo agli affidamenti ad alta intensità di manodopera basati sul criterio di aggiudicazione dell’offerta economicamente più vantaggiosa. La nuova legge sul salario minimo modifica la normativa regionale del 2019 sulla qualità del lavoro introducendo un articolo ad hoc, e stabilisce inoltre che la premialità sia applicata solo ai bandi pubblicati dopo l’entrata in vigore della norma.

Disposto anche il monitoraggio degli effetti

Entro il 31 marzo di ogni anno, la Giunta trasmetterà al Consiglio regionale i dati su numero dei contratti pubblici aggiudicati sul territorio regionale, imprese aggiudicatarie e numero complessivo di lavoratori in ciascuna occupati, distinti per età, per genere e per data di assunzione; le ore ed i giorni lavorati, le tipologie contrattuali e i relativi trattamenti economici applicati per anno di riferimento e per ciascun lavoratore impiegato nell’esecuzione di ogni appalto pubblico considerato; i bandi aggiudicati anche sulla base del criterio di premialità istituito, nonché le eventuali criticità riscontrate nella raccolta dei dati.

“Interveniamo in modo mirato sulle procedure di gara – ha affermato Giacomo Bugliani (Pd), presidente della commissione affari istituzionali – per lavori, forniture e servizi, compresi quelli affidati dagli enti strumentali, dalle aziende sanitarie e dalle società in house, contribuendo a innalzare la qualità complessiva del sistema degli appalti”. Per Bugliani “non si tratta di una misura simbolica, ma di un intervento concreto, pensato per incidere sulla qualità dell’occupazione nei contratti pubblici e offrire un argine alle logiche di massimo ribasso che troppo spesso si traducono in precarietà e sottosalario”. (lt)

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