Luigi Lovaglio, amministratore delegato di Banca Mps
Utile del trimestre sotto le attese (17,5 milioni di euro contro i 34 del consensus, e contro gli 82,8 del secondo trimestre 2021), e aumento delle richieste di danni per l’informazione finanziaria, salite da 1,9 a 3,7 miliardi, e all’origine della gran parte dei 78 milioni di nuovi accantonamenti al fondo rischi: il rendiconto finanziario semestrale di Banca Mps si è rivelato meno brillante delle previsioni, tanto che il titolo dell’istituto senese ha vissuto una giornata difficile in Borsa, chiudendo con una flessione del 6,7%.
Le rettifiche sui crediti incidono sull’utile
Banca Mps ha chiuso il primo semestre con un utile di 27,2 milioni di euro, in calo dell’86,5% sullo stesso periodo del 2021, che aveva beneficiato del “maggior contributo” di plusvalenze sulla cessione di titoli e della valutazione delle attività fiscali differite e di minori accantonamenti su crediti: i ricavi (-2,5%, con 738,9 milioni nel solo secondo trimestre), nonostante il trend positivo del margine di interesse (+12,8%), hanno scontato il calo della finanza e la frenata delle commissioni (-3,5%). Pesano anche le maggiori rettifiche su crediti (+38% a 225 milioni), funzionali alla cessione degli Npl.
Relativamente all’aumento del contenzioso, l’amministratore delegato Luigi Lovaglio ha definito le nuove richieste, recapitate per conto di vari investitori dalla società di consulenza Martingale Risk, “sostanzialmente infondate” prive di “documentazione, di legittimità, e senza nesso causale”, dunque “richieste seriali talmente dubbie da non giustificare quasi degli accantonamenti”, e da spingere Banca Mps a dare “mandato ai legali perché possano proteggere gli interessi della banca”.
Quattro nuove banche nel consorzio di garanzia
Fra le notizie positive, invece, il Monte ha annunciato l’allargamento ad altre quattro banche del consorzio di garanzia dell’aumento di capitale, che i soci dovranno approvare in assemblea il prossimo 15 settembre: Santander, Barclays, Socgen e Stifel, che si uniscono a Mediobanca, Citi, Credit Suisse e Bofa. “Nonostante le difficile condizioni di mercato procediamo e facciamo il possibile per arrivare nelle condizioni migliori all’aumento”, ha detto Lovaglio, escludendo che il Tesoro possa sottoscrivere più della sua quota per non pregiudicare la natura “di mercato” dell’operazione.
E’ stata annunciata anche la vendita di un pacchetto di crediti deteriorati da 917 milioni a Illimity, Intrum ed Amco. “La banca sta procedendo a tutta velocità non solo nell’attività commerciale ma anche nell’esecuzione del piano, e siamo convinti che sarà impossibile fermare la nostra determinazione”, ha affermato l’ad, rivendicando gli obiettivi raggiunti in soli 40 giorni, come l’accordo sugli esuberi, l’irrobustimento del consorzio e la cessione degli Npl, che ha consentito di ridurre del 25% lo stock dei crediti deteriorati.