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12 aprile 2024

L’inceneritore fa posto all’economia circolare. Iren investe 150 milioni a Scarlino

Previsti quattro impianti e più di 100 posti di lavoro. Il primo in funzione sarà nel 2027 quello per trattare 30-40mila tonnellate di pulper da cartiera.

Silvia Pieraccini
L'inceneritore di Scarlino che sarà demolito

L'inceneritore di Scarlino che sarà demolito

Nel polo industriale del Casone a Scarlino (Grosseto), a due passi dalle aziende chimiche Nuova Solmine e Venator, i tubi metallici arrugginiti di uno degli inceneritori più contestati d’Italia risplendono sotto il sole potente d’aprile: tra pochi mesi quei tubi che tante polemiche hanno alimentato – fino a quando il 19 gennaio 2015 la magistratura non ha fermato per sempre l’impianto accusato di inquinare – spariranno per sempre. Game over. Scarlino cambia faccia e cambia business, pur mantenendo fede alla sua vocazione industriale, assai rara in Maremma. Stop all’incenerimento, via libera al nuovo business dell’economia circolare, cioè al riciclo dei rifiuti domestici e industriali per ricavarne altri prodotti da utilizzare come componenti o da mettere sul mercato. A investire 150 milioni di euro nei prossimi cinque anni sarà Iren, la multiutility dell’Italia nord-ovest, con sede a Reggio Emilia, che sta conquistando sempre maggiori spazi in Toscana.

Abbattuti i due camini dell’inceneritore

Il passaggio simbolico dalla vecchia alla nuova stagione d’attività si è celebrato oggi, 12 aprile, dopo l’abbattimento dei due camini dell’inceneritore oggetto della discordia che spingono in avanti la bonifica, alla presenza dell’amministratore delegato di Iren Ambiente Toscana, Alfredo Rosini, del presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, degli assessori regionali Leonardo Marras (Sviluppo economico) e Monia Monni (Ambiente) e dei sindaci della zona. Al posto dell’inceneritore (che sarà demolito entro l’anno) Iren costruirà quattro impianti: uno per riciclare scarti del settore legno (mobili, demolizioni, imballaggi); uno per trattare gli scarti delle cartiere (il cosiddetto pulper); un terzo per depurare i rifiuti liquidi prodotti dai nuovi impianti; un quarto per trattare i fanghi della depurazione civile del sud della Toscana. Nel complesso si tratterà di 400mila tonnellate all’anno tra scarti, liquidi e fanghi.

Saranno creati 100 posti di lavoro

“E’ un progetto che crea valore per un territorio che ne ha davvero bisogno”, hanno concordato tutti gli intervenuti a Scarlino, pensando alla necessità di sviluppo e di industria che ha la Maremma (e alla crisi della Venator, che si trova a poca distanza) e pensando ai 100-110 posti di lavoro che Iren promette di creare una volta che sarà pronto l’intero polo di economia circolare, tra cinque anni. Il progeetto peraltro va in una direzione particolarmente importante per la Toscana, regione che sullo smaltimento degli scarti industriali è rimasta indietro.

Uno dei camini dell’inceneritore che è stato smontato

Il primo impianto, nel 2027, sarà quello per trattare il pulper da cartiera

L’autorizzazione ambientale per tutti e quattro gli impianti è stata rilasciata nell’ottobre scorso dalla Regione, e entro l’anno finirà la bonifica dell’area dell’inceneritore che faceva capo a Scarlino Energia, società del gruppo Unieco che, dopo il fallimento, è stata acquisita da Iren. Seguirà la demolizione e, dal 2025, la costruzione del primo impianto per trattare il pulper da cartiera (scarto delle aziende che utilizzano come materia prima la carta riciclata delle raccolte domestiche, che contiene residui metallici, plastici e di altri materiali). L’impianto è destinato a dare sollievo al distretto industriale di Lucca che oggi è costretto a smaltire nel termovalorizzatore di Brescia o all’estero. Il pulper, mixato con plastiche eterogenee (il plasmix), darà vita – grazie al brevetto I.Blu, già utilizzato da Iren in provincia di Udine – a un biocarbone da impiegare nei sottofondi stradali o per alimentare i forni elettrici delle acciaierie: un’applicazione che potrebbe rivelarsi strategica per il gruppo ucraino Metinvest, intenzionato a costruire una nuova fabbrica siderurgica nella vicina Piombino. L’impianto, che tratterà 30-40mila tonnellate di pulper all’anno, sarà pronto nel 2027 e verrà seguito dal depuratore per rifiuti liquidi e poi, entro il 2029, dall’impianto per riciclare 90mila tonnellate l’anno di scarti di legno producendo pallet, e infine da quello per trattare 100mila tonnellate di fanghi della depurazione civile attraverso carbonizzazione idrotermale.

Investimenti per 500 milioni in Toscana

Ma Iren non si ferma qui. “In Toscana gli investimenti nel settore ambiente arriveranno a 500 milioni di euro”, ha annunciato Rosini. Oltre a quelli nella raccolta dei rifiuti (camion e cassonetti), gestita attraverso la società Sei Toscana (46 milioni investiti nel 2023), sono già programmati l’impianto di trattamento dei metalli preziosi (oro, argento, palladio e rame) derivanti da apparecchi elettrici e elettronici nel Valdarno aretino; l’impianto per il riciclo dei pannelli fotovoltaici a Rapolano (Siena); e si è appena conclusa la ristrutturazione del polo industriale delle Cortine ad Asciano (Siena), che entrerà in funzione tra poche settimane, formato da un impianto di riciclo che ha richiesto un investimento di oltre 40 milioni di euro e che innova il trattamento dei rifiuti producendo Co2 a uso alimentare (venduta a Nippon Gas) e biogas.  

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Silvia Pieraccini

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