Riparte in una data anticipata rispetto al passato (4-6 febbraio alla Fortezza da Basso di Firenze) il salone Pitti Taste, organizzato dalla società Pitti Immagine, che mette in mostra i sapori delle aziende agroalimentari italiane di qualità e di nicchia – 538 in questa 16esima edizione, di cui un centinaio toscane – che non hanno una distribuzione internazionale o che sono in cerca di nuovi mercati. Per questo si potranno trovare nomi conosciuti come il biscottificio Antonio Mattei, l’olio Laudemio Frescobaldi o il caseificio maremmano Il Fiorino, accanto a piccoli produttori come la pasticceria Mearini, opificio Nunquam o Antico Pastificio Morelli. Per tutti è l’occasione per presentare nuovi prodotti e avviare nuovi rapporti commerciali.
Doppia anima: buyer e pubblico
Ormai da tempo infatti il salone, alla 16esima edizione, ha una doppia anima: è diretto sia ai buyer nazionali e internazionali (che hanno spazi d’ingresso riservati la mattina), sia al pubblico (che paga un biglietto da 20 euro). Accanto alla fiera vera e propria sono previsti dibattiti, presentazioni, una sezione di accessori per la tavola e la cucina, un focus sugli amari, un negozio dove comprare i prodotti in mostra. Nutrito il cartello di eventi “fuorisalone”, battezzati Fuori di Taste, che coinvolgono spesso i produttori della fiera.
Buyer da 50 Paesi
“La scorsa edizione abbiamo avuto più di cinquemila buyer da 50 Paesi – hanno spiegato Raffaello Napoleone e Agostino Poletto, amministatore delegato e direttore generale di Pitti Immagine, presentando la fiera – e possiamo dire che il passaggio di sede dalla Stazione Leopolda alla Fortezza da Basso ha dato slancio alla fiera. In questa edizione abbiamo ricevuto quasi 300 domande di partecipazione ma i nuovi ingressi sono 100 perché il 90% delle aziende presenti nel 2021 ha confermato”.