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Industria

05 giugno 2024

Cer sbloccate, ma le grandi imprese restano al palo

Se il Decreto governativo ha reso possibili le Cer, è ancora aperta la questione decarbonizzazione per le grandi industrie.

Silvia Gigli

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Cer, c’è chi ci crede. Nonostante le difficoltà e le lungaggini del Governo per il decreto attuativo, un’altra Comunità di energia rinnovabile si è unita al gruppo delle prime pioniere toscane. Si tratta di quella di San Gimignano. I soci fondatori hanno nominato i membri del Consiglio direttivo che resterà in carica fino all’approvazione del bilancio consuntivo 2026: Carlo Lanciani è il presidente, Alessandro Rossi vicepresidente, Mario Poggetti tesoriere, Massimiliano Benedetti consigliere, Andrea Marrucci consigliere in qualità di sindaco pro tempore del Comune di San Gimignano.

Una nuova comunità a San Gimignano non senza difficoltà

Diamo il via ad un’associazione che si pone come obiettivi la diffusione delle energie rinnovabili e il miglioramento della coesione sociale sul territorio sangimignanese – spiega Lanciani -. Tramite le Cer viene incentivato l’autoconsumo locale dell’energia rinnovabile, attraverso una produzione diffusa che renda i cittadini protagonisti della transizione energetica e la rete di distribuzione meno soggetta alle fluttuazioni delle fonti rinnovabili”. L’associazione promuove lo sviluppo di un’economia basata sulla condivisione a livello locale dell’energia e sulla sostenibilità economica e ambientale, promuovendo lo sviluppo della produzione e l’uso di energia in modo consapevole e ecosostenibile. Possono partecipare consumatori e produttori domestici, Pmi, enti locali o religiosi che sono connessi alle tre cabine primarie che coprono il territorio del comune di San Gimignano. Per informazioni: CerSanGimignano@gmail.com.

Ma i nuovi aderenti alla Cer senese non mancano di evidenziare le difficoltà che hanno affrontato: “Il quadro normativo è molto complesso, non chiaro e in continua evoluzione. Circa ogni due settimane esce un nuovo parere o studio che interpreta in maniera diversa le leggi che regolano le Cer. Il legislatore ha scelto di lasciare molta libertà alle Cer, mancando di identificare qualsiasi interpretazione della norma che sia ritenuta accettabile. Chi porta avanti una Cer in questo momento fa un atto di fede che le sue scelte, prima di tutte quella della forma giuridica, non vengano in futuro dichiarate inammissibili. Inoltre, invece di dedicare tempo e risorse a promuovere energie rinnovabili e iniziative sociali, i volontari delle Cer si trovano a doversi cimentare con l’arduo compito di interpretare leggi. L’altro grande ostacolo è la necessità di comunicare in maniera semplice ed efficace un’iniziativa che è tutt’altro che semplice. Siamo tutti soggetti a un sovraccarico di informazioni e ognuno di noi ha costruito un proprio “scudo” che filtra le informazioni che riceve, spesso anche sulla base di un criterio di semplicità. Purtroppo è molto difficile spiegare una Cer con uno slogan e questo tiene lontane tante persone”.

Prima di San Gimignano erano nate la Cer Consorzio Zona Industriale Apuana (MS), la Cer del Comune di Calenzano (FI), le Cer del Comune di Gavorrano (GR), Cer dell’Isola d’Elba dei Comuni di Marciana Marina e Portoferraio (LI), Cer Valdarno del comune di Montevarchi (AR), Montemurlo Green (PO-PT) Associazione Sienaenergie (SI), Cer del comune di Vicchio (FI), di Sesto Fiorentino (Fi) e Barberino-Tavarnelle. Tutte hanno dovuto affrontare molte difficoltà. Nonostante la Regione Toscana abbia stanziato 20 milioni di euro per le Cer e 55 il Pnrr.

Il Decreto di gennaio ha eliminato le incertezze

Fino ad oggi è stata dunque l’incertezza sugli incentivi a “congelare” di fatto la nascita delle Cer in Italia. Adesso il Decreto del 23 gennaio individua due tipologie di incentivo tra loro cumulabili a supporto delle Comunità energetiche e dei sistemi di autoconsumo collettivo da fonti rinnovabili: un contributo a fondo perduto fino al 40% dei costi ammissibili, finanziato dal Pnrr e rivolto alle Comunità con impianti realizzati nei comuni sotto i 5.000 abitanti e una tariffa incentivante sull’energia rinnovabile prodotta e condivisa per tutto il territorio nazionale.

Il Gse (Gestore servizi energetici) renderà disponibili sul proprio sito istituzionale documenti e guide informative, oltre a canali di supporto dedicati, per accompagnare gli utenti nella costituzione delle Cer.

Rimane aperto il fronte della decarbonizzazione delle industrie

Sul fronte delle grandi imprese, se da una parte è certo che l’industria plauda alla nascita delle Cer per le piccole imprese che possono contribuire per esempio con il calore prodotto al riscaldamento di case e comunità, il fatto che il settore più grande ed energivoro sia stato escluso dalle decisioni è un dato di fatto e questo comporta che le Cer daranno vantaggio solo per chi ne potrà usufruire, ovvero cittadini, condomini, Pmi.

“Le grandi industrie hanno bisogno di altro per abbattere l’utilizzo di fonti rinnovabili, non certo delle Cer – spiega Tiziano Pieretti, vicepresidente di Confindustria Toscana Nord con delega a Energia e Ambiente e vicepresidente di Assocarta -. Ci sono altri tipi di provvedimenti allo studio che devono portare il manifatturiero italiano e europeo a eliminare le differenze di prezzo dell’energia che ci sono adesso tra Italia, Francia o Spagna. Il costo dell’energia deve essere commisurato agli altri Paesi europei. Sulla decarbonizzazione siamo ancora indietro. C’è l’energy release? Allora andiamo avanti su questa strada. C’è l’accordo con l’Algeria per idrogeno? E’ un esempio da seguire”. Certo, tutti questi cambiamenti porteranno a un impegno economico per le aziende che dovranno rinnovare i propri impianti. Una cosa è certa: la decarbonizzazione non è solo fotovoltaico o auto elettriche ma deve essere supportata con progetti su più ampia scala. “L’Europa – conclude Pieretti – deve capire che le tecnologie devono andare in una certa direzione, e certo la strada da percorrere deve essere semplificata per le grandi aziende”.

Autore:

Silvia Gigli

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