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01 agosto 2025

Verso le elezioni: il M5s tiene Giani sulla corda, calma piatta nel centrodestra

In attesa della direzione Pd del 4 agosto, il governatore si posiziona su acqua (pubblica) e rigassificatore (via).

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A due settimane da Ferragosto, e dunque dalle giornate in cui potrebbe essere firmato il decreto per l’indizione delle elezioni regionali in Toscana, la situazione nei due principali schieramenti appare piuttosto diversa: se infatti il centrodestra regionale attende che i vertici nazionali dei partiti disegnino il quadro nelle regioni al voto – sbloccando per la Toscana il nome di Alessandro Tomasi, sindaco FdI di Pistoia, fin qui il nome nettamente più forte – nel centrosinistra in versione ‘campo largo’ lo scenario è caratterizzato dal dibattito interno al M5s, dove alcuni gruppi territoriali hanno criticato non solo il possibile appoggio a un bis di Eugenio Giani, ma la stessa alleanza col Pd.

“Questa giunta l’abbiamo contrastata, quindi di fronte allo stesso candidato, entrare in giunta è un sacrificio notevole, bisogna valutare e lo decideranno le condizioni”, ha sintetizzato alla fine il presidente del M5s, Giuseppe Conte: e la capogruppo in Consiglio regionale, Irene Galletti ha votato contro al Defr in aula. Giani non si è scomposto: “So benissimo qual è il linguaggio della politica, tradotto in ‘politichese’ è un atto di disponibilità da parte di Conte”, ha chiosato. E dunque è scattata la ridda delle ipotesi su cosa potrebbe rendere più ‘dolce’ il sacrificio pentastellato: un assessorato di peso nella nuova giunta, ad esempio, magari condito con la presidenza di una commissione del Consiglio regionale, o la vicepresidenza dell’assemblea (che in questa legislatura è toccata a Italia Viva, con Stefano Scaramelli). La possibile moltiplicazione degli alleati, rispetto all’assetto Pd-Iv-Sinistra Civica Ecologista del 2020, renderà più difficile il lavoro di bilancino per accontentare tutti.

Giani sterza a sinistra: acqua pubblica e no al rigassificatore

Anche per questo, forse, Giani da tempo ha preso posizione a favore di nuove idee per un eventuale secondo mandato, come un reddito di inclusione che richiama l’idea del reddito di cittadinanza assai caro al M5s. Stesso discorso per la gestione dell’acqua nelle mani del pubblico, tema invero già accennato nel passato recente, e ora posto in maniera più tranchant: “Dobbiamo creare le condizioni perché un bene prezioso come l’acqua”, ha detto, sia gestito “non con speculazioni da parte di società di servizi, di utilities private, ma invece siano patrimonio del sistema e della proprietà che appartiene agli enti locali, e sotto questo aspetto ecco la disponibilità della Regione di definire con leggi un sistema orientato in questa direzione”.

L’ultimo grido del Giani in versione ‘campo largo’ è il ritorno a una contrarietà esplicita e netta rispetto alla permanenza del rigassificatore Italis Lng di Snam nel porto di Piombino al termine (nel 2026) dei tre anni dell’autorizzazione concessa, tema molto caro soprattutto a M5s e Avs. “Sono assolutamente d’accordo con loro, questo non è certo un tema divisivo”, ha dichiarato. “La responsabilità di decidere in quale regione collocare il rigassificatore sarà il governo Meloni. Noi l’abbiamo fatto quando siamo stati al governo, e Draghi mi chiese di essere parte attiva, anche se impopolare, per poter collocare per tre anni la nave di rigassificazione. Alla fine dei tre anni ci penserà il governo Meloni. Sicuramente non a Piombino, perché a Piombino serve la banchina per consentire gli investimenti di Metinvest e Jindal, e quindi procedere sulla strada del rilancio del polo siderurgico”.

Tocca al Pd regionale la prossima mossa

Decisiva per la ricandidatura, nelle speranze di Giani, sarà la direzione regionale del Pd convocata inizialmente per il 4 agosto, ma che potrebbe slittare: gli incontri coi partiti della coalizione sono ancora in corso. “Io sono un ottimista di natura”, dice il governatore uscente, che si rimette alle decisioni del partito ma non fa nulla per nascondere la soddisfazione a ogni endorsement nazionale ricevuto – ultimi, quelli del capogruppo Pd al Senato Francesco Boccia, e dell’influente Goffredo Bettini. E c’è anche una fiducia “che contemporaneamente vivo ogni sera nelle Feste dell’Unità del Partito Democratico, nel calore di tante persone”, spiega Giani. Una fiducia che” rende improbabile tornare indietro”, conclude.

E il rapporto con il mondo dell’impresa? Giani si è intrattenuto lungamente all’assemblea di Cna Toscana, dedicata al tema delle infrastrutture: non tanto sul tema di Toscana Strade, peraltro slittata alla prossima (forse) legislatura, dove l’associazione si è schierata con nettezza contro l’ipotesi di pedaggio selettivo per i trasportatori, quanto sulle partite sbloccate nei cinque anni di presidenza della Regione, e quelle ancora da risolvere, dal nodo Tav di Firenze al raddoppio della linea ferroviaria fra Pistoia e Montecatini Terme, fino alla Darsena Europa. “In questi cinque anni – ha detto – il sottoscritto e la sua giunta hanno dato alle infrastrutture un carattere di centralità, rilanciando la Toscana”.

Tomasi sfida Giani su sviluppo, rifiuti e urbanistica

Parte dal rapporto delle imprese anche il (più che probabile) sfidante del centrodestra, Alessandro Tomasi: mentre i partiti della coalizione scelgono la via della prudenza, la Lista Schmidt ha organizzato in questi giorni un incontro presso Unilavoro Pmi Firenze. “Va cambiato l’approccio regionale – ha detto il sindaco di Pistoia -: le aziende sono alla base della crescita del territorio. Ci vogliono regole chiare per le aziende, pianificazione degli investimenti e una cabina di regia con le associazioni di categoria anche per approfondire la tematica dei bandi pubblici”. E anche per Tomasi “è vitale investire sulle infrastrutture, altrimenti la Toscana non potrà essere attrattiva per le aziende”.

L’esponente di FdI picchia duro anche sui rifiuti, dove “la Toscana è indietro di decenni sugli impianti di smaltimento”, e dunque “per imprese e cittadini la bolletta aumenta di anno in anno per la mancanza totale di una pianificazione regione che possa chiudere il ciclo”, ma anche sull’urbanistica: “Vengono fatte speculazioni edilizie che favoriscono la rendita – sostiene -, mentre si bloccano le più semplici trasformazioni edilizie o urbane che aiuterebbero molto le imprese. C’è una legge urbanistica legata a una mentalità contraria allo sviluppo”. E nei distretti “non si può arrivare quando c’è una crisi conclamata”, dice Tomasi, ma “servono tavoli permanenti” che accompagnino lo sviluppo”, o azioni come avvenuto a Pistoia, con la fondazione di un Its per affiancare le aziende della meccanica nella ricerca di figure professionali adatte.

Per il lancio ufficiale del sindaco di Pistoia manca veramente poco. “Votano sei regioni, quindi è chiaro che non posso chiedere tutto dappertutto”, ha ammesso il leader della Lega Matteo Salvini, a Firenze nei giorni scorsi per un sopralluogo al cantiere del passante Tav, e “la priorità, per quanto riguarda la Lega, è evidentemente proseguire col buon governo decennale in Veneto”. Con una coccola di consolazione per Elena Meini, già indicata dal partito regionale come potenziale candidata a governatore: “Elena è bravissima – ha sottolineato Salvini -, è e sarà un punto di riferimento per la Lega in Toscana, questo è fuori di dubbio”. Il forzista Marco Stella non demorde, ma anche lui si rimette alle decisioni di Roma: “Abbiamo questa consapevolezza, mi auguro che la decisione venga presa il prima possibile”, ha detto.

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