Pistoia sarà Capitale italiana del libro 2026: l’annuncio è arrivato dal ministro della Cultura Alessandro Giuli, che a Roma ha proclamato la vittoria del dossier presentato dal Comune, “L’avventura del leggere, il coraggio di costruire il futuro”. Un progetto che ha convinto all’unanimità la giuria presieduta da Adriano Monti Buzzetti Colella, e che sarà sostenuto da un finanziamento di 500mila euro erogato dal Centro per il Libro e la lettura. Sono già attivi account sui principali social network e un sito web ufficiale per ospitare le comunicazioni sulla nuova Capitale del libro.
“Essere Capitale italiana del libro – ha affermato Giuli durante la cerimonia – non significa soltanto promuovere la lettura o celebrare il libro come oggetto, ma riconoscerne la forza simbolica: quella di unire le persone, di creare legami, di alimentare la coscienza civile”. Le altre città finaliste per il titolo erano Carmagnola (Torino), Perugia, Nardò (Lecce), Tito (Potenza).
Un programma con oltre 1.500 iniziative in un anno
La giuria ha premiato “la visione inclusiva e la qualità progettuale” del dossier pistoiese, che si articola in oltre 1.500 iniziative distribuite lungo l’anno. Il programma affronta temi di attualità, dalla povertà educativa al cambiamento climatico, fino al divario digitale, e propone la lettura come strumento di coesione e crescita sociale. Tra le iniziative spiccano il “Librobus”, il progetto “Nati sotto il segno dei libri”, “Regala un libro, ricevi un libro” e “Speed date letterari”, oltre alla valorizzazione di spazi non convenzionali – musei, ristoranti, impianti sportivi – come nuovi presìdi di bibliodiversità. Il piano prevede inoltre attività per la formazione di competenze nella filiera editoriale e collaborazioni con i centri per l’impiego.
“Un titolo fortemente voluto, meritato e di cui sentiamo la responsabilità”, ha commentato il sindaco Alessandro Tomasi. “Adesso subito a testa bassa a lavorare per il prossimo anno”, ha aggiunto, sottolineando la volontà di “creare nuove occasioni e nuovi luoghi che rimangano sul territorio, anche oltre l’anno da Capitale”. Secondo il sindaco “la delusione per la sconfitta delle regionali è superata, mi sono rituffato nell’amministrazione della città e abbiamo davanti importanti eventi internazionali per il 2026”. Una frase, questa, che non passa inosservata.
Il dubbio di Tomasi: andare o no in Consiglio regionale?
Già, perché il riconoscimento arriva in un momento delicato per la politica di Pistoia. Tomasi, dopo la sconfitta alle elezioni regionali da candidato presidente del centrodestra, aveva dichiarato l’intenzione di lasciare l’incarico da sindaco ed entrare in Consiglio regionale, precisando però che prima si sarebbe confrontato con alleati ed eletti. Ad oggi non è arrivata una decisione definitiva: ma prende quota l’ipotesi di un dietrofront di Tomasi, che resterebbe sindaco fino al 2027 (e dunque, anche nel periodo di Pistoia Capitale del Libro), per garantire continuità all’amministrazione ed evitare le urne in primavera, nel momento in cui il centrosinistra dopo i risultati delle regionali appare nuovamente competitivo per riconquistare la città.
Dall’Effetto Capitale del 2017 alle prospettive 2026
Non è la prima volta che Pistoia ottiene un titolo di rilievo nazionale capace di produrre un boost per la promozione del territorio e del suo patrimonio culturale, l’attrazione di turisti, l’apertura di nuove dimensioni di attività legate al libro e alla lettura. Nel 2017 fu Capitale italiana della cultura – designata quando il sindaco era un libraio, Samuele Bertinelli, con un programma che produsse effetti economici e d’immagine misurabili.
Lo studio ‘Effetto Capitale’ del professor Guido Guerzoni, commissionato dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia, registrò per quell’anno un +20,7% di flussi turistici e un +129,35% di presenze nelle istituzioni culturali rispetto al 2016. Soprattutto, sottolineava il rapporto, le ricadute economiche di questo genere di eventi sono largamente superiori agli investimenti pubblici e privati sostenuti, dimostrando che una gestione coordinata della cultura può diventare motore di sviluppo urbano e reputazionale. Dopo quell’esperienza, Pistoia entrò per la prima volta tra le dieci destinazioni mondiali segnalate da Lonely Planet, confermando il valore del patrimonio culturale come leva per la crescita economica locale.
Leonardo Testai