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24 ottobre 2025

Salvadori punta su Firenze, “ma servono case per chi lavora”

Il neopresidente dei Giovani Imprenditori di Confindustria Toscana Centro e Costa si presenta: “Ci sono spazi vuoti da riempire”.

Leonardo Testai
Al centro Riccardo Salvadori, presidente del gruppo Giovani Imprenditori di Confindustria Toscana Centro e Costa, affiancato dai vice Benedetta Vezzosi e Filippo Cocchetti

Al centro Riccardo Salvadori, presidente del gruppo Giovani Imprenditori di Confindustria Toscana Centro e Costa, affiancato dai vice Benedetta Vezzosi e Filippo Cocchetti

Portare al centro del dibattito economico e politico il nodo del rapporto casa-lavoro – con un occhio particolare su Firenze, ma ammettendo che il problema c’è anche a Livorno e Massa Carrara -, affrontando le difficoltà di accesso al credito per chi vuole avviare un’impresa: questo il punto di partenza del programma di Riccardo Salvadori, nuovo presidente dei Giovani Imprenditori di Confindustria Toscana Centro e Costa. Un tema prioritario, quello abitativo, “legato soprattutto alla difficoltà di ottenere una casa in affitto a un prezzo giusto o comunque sia anche una casa da comprare a un prezzo ragionevole”, sostiene, non lesinando critiche anche alle istituzioni locali.

Emerge la necessità di ripensare i modelli urbani per renderli più inclusivi: “Credo che si debba cominciare a ragionare in modo diverso, vedendo le città come realtà contemporanee, adatte anche ai giovani, sia a chi vuole fare impresa, sia a chi si affaccia per la prima volta al mondo del lavoro”, dice Salvadori, che ha presentato il suo programma di mandato (“condiviso con tutta la squadra, un programma molto ambizioso e ottimista”) a Firenze alla Street Levels Gallery insieme ai vicepresidenti Benedetta Vezzosi e Filippo Cocchetti. Una location – una galleria d’arte urbana contemporanea – che vuole aiutare a porre l’accento sul tema della ‘città contemporanea’ che guida le riflessioni sul capoluogo toscano.

“Una città museo che offre poco per chi ci vuole vivere”

E il neopresidente dei giovani confindustriali del territorio, un 37enne imprenditore di prima generazione, non fa sfoggio di troppa diplomazia. “Firenze è un territorio che offre poco per poterci vivere – attacca -, è molto una città museo, ma poco una città da vivere davvero. Noi vorremmo portare alla giunta comunale questo problema: la difficoltà legata all’acquisto e anche, più semplicemente, all’affitto delle abitazioni”. La questione abitativa, sostiene, non è più un problema solo sociale, ma un fattore economico e produttivo.

Il costo medio degli affitti, osserva infatti Salvadori, incide direttamente sulla capacità delle imprese di attrarre personale: “Un collaboratore con una mansione di magazziniere trova complicato poter affittare anche solo un appartamento e, da lì, poter pensare di costruirsi una famiglia su questo territorio. Spesso queste persone sono costrette ad andare a vivere in zone più lontane e, a quel punto, diventa un problema anche per l’azienda stessa trovare personale”.

“Case abbandonate e spazi vuoti, bisogna intervenire”

Firenze, sottolinea Salvadori, “non può puntare solo sul turismo, deve essere anche una città a misura di imprese”, ma per l’imprenditore il tema abitativo non può essere ridotto alla polemica sugli affitti brevi: “Le istituzioni locali hanno fatto abbastanza – si chiede – per affrontare i problemi? Assolutamente no. E il punto non sono le case già esistenti, magari usate per gli affitti brevi, ma quelle abbandonate e gli spazi vuoti che potrebbero essere recuperati”.

Un patrimonio edilizio spesso inutilizzato che potrebbe, secondo Salvadori, diventare la leva per rigenerare il tessuto urbano e consentire ai giovani di restare a vivere nei centri cittadini. “Il problema – dice – è intervenire su questi contenitori, che già ci sono ma non vengono sfruttati. Poi, da imprenditore, dico anche che ognuno, se ha una casa, è libero di gestirla come crede e di trarne profitto come pensa. Il vero nodo è agire su ciò che già esiste”.

“Accesso al credito, le banche non fanno abbastanza”

Accanto alla questione abitativa, Salvadori ha in animo di porre al centro del confronto anche il tema del credito alle nuove imprese. “E’ molto difficile, per noi giovani e soprattutto per chi non ha le spalle coperte, riuscire a dare sostenibilità a un’impresa. Le banche, secondo me, non stanno facendo abbastanza. E’ facile per un imprenditore già affermato ottenere un finanziamento, ma il problema è per il ragazzo di 18, 19 o 20 anni che arriva in banca a chiedere un prestito e si sente rispondere: ‘Ma la mamma ha la casa? Il padre ha la casa?’”. Una logica che, aggiunge, finisce per tagliare fuori chi non ha garanzie familiari, costringendolo a rivedere il proprio futuro: “O andare all’estero, o rinunciare alla sua idea”.

Dall’apprendistato all’impresa, un self-made man fiorentino

Nato nel 1988, la storia di Salvadori è quella di un self-made man all’americana sbocciato di qua dall’Atlantico. “Non ho finito gli studi: ho cercato lavoro per uscire da una situazione economica familiare difficile. Nel 2007 ho iniziato come apprendista in una ditta di pavimenti in legno. Nel 2011 ho deciso di mettermi in proprio, nel 2013 ho aperto il mio primo showroom a Firenze e nel 2018 ho rilevato un’azienda a Quarrata, avviando la produzione con un marchio nostro”. Oggi guida il Salvadori Group che coordina diverse attività, con showroom a Firenze e Grosseto. “Credo che noi giovani – conclude – siamo il motore della nazione. Tutto parte da qui: dalla nostra capacità di rischiare, di creare impresa, di restare su questo territorio. Da qui derivano anche gli altri problemi: la natalità, l’emigrazione dei talenti, la difficoltà di costruire un futuro stabile in Italia”.

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Leonardo Testai

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