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01 ottobre 2025

Urso a Siena: “C’è interesse per la Beko, si può fare un parco industriale”

Il ministro visita il sito industriale di viale Toselli, ora di proprietà di Invitalia: “Una decina di investitori è stata qui”.

Leonardo Testai

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“E’ un’area più grande di quanto mi aspettassi, è un’area ampia in cui è possibile che si collochino diverse aziende, un vero e proprio parco industriale produttivo, e quindi dare finalmente una soluzione di lavoro stabile”: questo il primo commento del ministro delle Imprese e del made in italy Adolfo Urso al termine della visita allo stabilimento Beko di Siena. Una visita, con la sottosegretaria Fausta Bergamotto, la sindaca Nicoletta Fabio e i rappresentanti dei sindacati, all’indomani del primo passo concreto per la reindustrializzazione della fabbrica che la multinazionale del bianco ha deciso di lasciare.

Firmato il rogito, il sito è di Invitalia

E’ stato infatti firmato martedì 30 settembre il contratto per il passaggio di proprietà dalla società Duccio Immobiliare 1 a Invitalia dell’area dello stabilimento Beko di viale Toselli a Siena: nei prossimi giorni dovrebbe essere creata una società che vedrà la compartecipazione al 20% del Comune di Siena, e che avrà la proprietà del sito industriale per il quale è in corso un processo di reindustrializzazione. Invitalia, in accordo con il Comune, aveva presentato nel giugno scorso l’offerta d’acquisto a Duccio Immobiliare 1, società controllata da Sansedoni Spa, e nel luglio scorso le parti avevano sottoscritto l’accordo preliminare e vincolante per la compravendita del sito di viale Toselli.

“Invitalia ha acquisito lo stabilimento e lo ha fatto prima di quanto molti immaginassero, perché vogliamo procedere con celerità”, ha sottolineato Urso, secondo cui “i tempi nella reindustrializzazione sono fondamentali”, e la società infatti “vuole prendere subito possesso dello stabilimento, per passare alla seconda fase che è già iniziata”, visto che “sono già venuti a visitare lo stabilimento una decina di potenziali investitori”. Raggiunto il primo obiettivo “vogliamo raggiungere entro il prossimo anno – ha annunciato il ministro – anche il secondo: dare una prospettiva produttiva e quindi di lavoro non solo a chi oggi è in questa azienda e vuole rimanervi, ma anche a chi soprattutto tra i giovani aspira ad avere un lavoro qualificato vicino al luogo in cui risiede”.

“Serve lavoro stabile per i nostri giovani”

L’obiettivo finale dichiarato è offrire lavoro stabile: “Non dimentichiamoci che in questo stabilimento veniva utilizzata la cassa integrazione da oltre 20 anni”, ha specificato Urso, evidenziando che “non si può vivere o convivere per decenni con la cassa integrazione e quindi con la precarietà: occorre che i lavoratori che sono rimasti, o che arriveranno nel perimetro aziendale, trovino una soluzione stabile”. Dunque, ha auspicato il ministro, “ci potrà essere anche la possibilità per altri lavoratori o aspiranti lavoratori, penso soprattutto ai nostri giovani, di trovare qui un lavoro stabile e continuativo, mi auguro soddisfacente e adeguato alla formazione ricevuta”.

“Le prospettive e l’impegno per trasformare questo sito in un vero polo industriale in grado di offrire e preservare più posti di lavoro – ha affermato Fabio – sta diventando realtà. Fondamentale il dialogo costante con i sindacati e con gli altri enti locali. La società che sarà costituita insieme ad Invitalia ribadisce la volontà dell’amministrazione comunale di continuare a monitorare restando protagonista di questa vicenda”. Soddisfatti anche i sindacati: “Non molliamo – ha dichiarato Daniela Miniero (Fiom-Cgil) – fino a quando non ci sarà una nuova insegna, un nuovo inizio e un futuro industriale per questo territorio. Perché senza industria non c’è futuro e lavoro di qualità”.

Urso chiama Tomasi sui dossier dell’industria toscana

A margine della visita a Siena, Urso ha avuto un colloquio telefonico con Alessandro Tomasi, candidato del centrodestra alla presidenza della Regione, che ha contattato il ministro per essere informato sui risultati della visita e su altri dossier di rilevanza regionale: oltre a Beko e al polo siderurgico di Piombino il confronto ha riguardato la filiera della moda, richiamando “gli interventi già messi in campo dal Governo – spiega il Mimit -, dalle misure a tutela della reputazione delle imprese, cruciali per distretti come quello di Prato, alle azioni di contrasto al fenomeno distorsivo del fast fashion, fino al tema del passaggio generazionale delle competenze, affrontato nel disegno di legge su Pmi e artigianato attualmente in discussione al Senato”.

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Leonardo Testai

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