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Territorio

21 dicembre 2022

Sviluppo Toscana si allarga ai fondi Pnrr (e ‘conquista’ Sici Sgr)

La società inhouse della Regione aumenta le competenze e potrà detenere partecipazioni. Approvata la legge che ritocca la finanza regionale.

Silvia Pieraccini
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Sviluppo Toscana, società inhouse della Regione che fino a oggi ha gestito incentivi e agevolazioni pubbliche e fondi europei, si prepara ad estendere il perimetro di operatività alla gestione delle misure del Pnrr e conquista la possibilità di detenere partecipazioni in società per perseguire proprie finalità istituzionali. Lo prevede una legge appena approvata a maggioranza dal Consiglio regionale (hanno votato a favore Pd e Italia Viva; contrari Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia, M5S e Gruppo misto).

Il destino di Sici resta incerto

La norma sulle partecipazioni è pensata per Sici Sgr, la società di gestione del risparmio che fa capo per il 31% a Fidi Toscana (la finanziaria regionale che sta per essere venduta) e per il resto ad alcune banche (Intesa Sanpaolo ha il 20%, Mps Capital Services il 15%, Credit Agricole il 10%) e alla società finanziaria della Regione Umbria, Gepafin (col 14%). Sviluppo Toscana potrebbe dunque subentrare a Fidi Toscana nell’azionariato di Sici, che diventerebbe così – spiega un comunicato del Consiglio regionale – “indirettamente una società in house, tramite Sviluppo Toscana, con la possibilità futura della Regione di acquisirne il 100%”. La prospettiva cui sembra guardare la Regione Toscana è quella di rilevare dalle banche e dalla finanziaria umbra il 69% di Sici, che attualmente gestisce cinque fondi di investimento mobiliare (valore nominale 146 milioni) e ha in portafoglio una trentina di investimenti in piccole e medie aziende, per affidargli la gestione di strumenti di finanza innovativa e partecipazione.

Debutta il cda al posto dell’amministratore unico

L’aumento di operatività di Sviluppo Toscana (nella quale stanno per essere trasferiti anche 25 dipendenti della moribonda Fidi Toscana), secondo quanto previsto dalla nuova legge, richiederà un consiglio di amministrazione al posto dell’attuale amministratore unico: il cda sarà formato da tre o cinque membri nominati dal presidente della Giunta regionale, così come di diretta emanazione della Giunta sarà la nuova figura del direttore generale. “Sviluppo Toscana dovrà gestire una fase delicata come quella dei fondi del Pnrr e di molti altri – ha spiegato la presidente della commissione Sviluppo economico, Ilaria Bugetti (Pd) – e dovrà rappresentare quella fase di sostegno corposo e fondamentale a tutta l’economica della regione”. Critiche le opposizioni: “Non sappiamo dove vuole andare la finanza regionale – ha detto il capogruppo di Forza Italia, Marco Stella – questa legge farà passare il bilancio di Sviluppo Toscana da 8 milioni a 8 miliardi di euro, considerando la gestione dei fondi del Pnrr, dei programmi europei e dei fondi di Toscana Promozione, senza che sia stata fatta una discussione seria. E c’è anche un perimetro incerto sulle aziende sanitarie”.

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Silvia Pieraccini

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