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10 novembre 2022

Edilizia: in Toscana investimenti per 3,4 miliardi ma superbonus nel labirinto

La metà delle 25.600 asseverazioni del 110% riguarda villette. Dl Aiuti-4 e manovra fiscale del Governo stanno per riscrivere le regole.

Silvia Pieraccini
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Il superbonus al 110% in edilizia si avvita in una spirale ancora difficile da decifrare. Le certezze, al momento, sono due: che la maggior parte delle banche (compreso Poste Italiane, che l’ha annunciato pochi giorni fa) hanno chiuso le porte all’acquisto dei crediti fiscali maturati con i lavori; e che gli interventi col superbonus (le cosiddette asseverazioni) continuano ad aumentare.

Nel report dell’Enea al 31 ottobre 2022 gli interventi in Toscana sono saliti a 25.624, di cui la metà (12.819) riferiti alle villette (edifici unifamiliari), mentre 2.436 sono relativi a condomini e 10.369 interessano case a schiera o residenze plurifamiliari (unità immobiliari funzionalmente indipendenti, cioè con le utenze autonome). Gli investimenti ammessi a detrazione in Toscana ammontano a 3,4 miliardi di euro su 60 miliardi a livello italiano), di cui 2,4 miliardi già realizzati. L’investimento medio per i condomini è di 453mila euro, per le villette di 106mila, per le case plurifamiliari di 91mila euro.

Decreto legge Aiuti-4 e manovra finanziaria

L’elemento ulteriore – che influirà sulle decisioni che sta per prendere il Governo Meloni – è che i maggiori costi del superbonus a carico delle finanze statali sono stimati in 37,8 miliardi, secondo quanto riferito dal ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti. Lo scostamento è prodotto dal fatto che, senza un tetto, gli sconti fiscali riconosciuti hanno travolto gli stanziamenti.

Adesso dunque c’è da rimettere mano alla materia. Oggi in Consiglio dei ministri sarà esaminato il decreto legge Aiuti-4 – che potrebbe già contenere il taglio del superbonus al 90% – in attesa della manovra che il Governo si impegna a presentare entro due-tre settimane, che indicherà la via d’uscita dal superbonus attuale, per disciplinare la fase di transizione. L’abbassamento dello sconto al 90% dovrebbe riguardare anche le villette (per le quali il superbonus è scaduto il 30 settembre scorso) utilizzate come prima casa, ma – d’ora in poi – solo da famiglie sotto una certa soglia di reddito, per correggere il fatto che oggi la misura non tiene conto delle condizioni economiche e sociali degli investitori.

La priorità è riavviare lo sconto dei crediti fiscali

“La cosa urgentissima ora è sbloccare i crediti fiscali che tantissime imprese toscane hanno nel cassetto perché hanno applicato lo sconto in fattura – ammonisce Rossano Massai, presidente di Ance Toscana, che oggi è a Roma al consiglio generale dell’associazione dei costruttori che affronterà proprio il tema del superbonus – altrimenti molte di queste imprese, anche quelle che hanno buoni bilanci, rischieranno di morire perché alla fine scoppierà il problema finanziario”. La decisione di Poste di fermare, dal 7 novembre, l’acquisto dei crediti fiscali legati ai bonus edilizi “va esattamente nella direzione opposta a quella necessaria”, aggiunge Massai invocando una normativa stabile sui bonus “perché le imprese hanno bisogno di tempi lunghi per programmare gli investimenti”.

Abi e Ance scrivono al Governo

La gravità della situazione in cui si trovano i costruttori che hanno fatto lo sconto in fattura e ora non trovano da cedere i propri crediti (visti anche i limiti delle capienze fiscali) è dimostrata dalla lettera che, proprio in questi giorni, l’associazione bancaria italiana (Abi) e Ance hanno scritto insieme al Governo: “Occorre scongiurare il più presto una pesante crisi di liquidità per le imprese della filiera – scrivono i presidenti Antonio Patuelli e Federica Brancaccio – che rischia di condurle a gravi difficoltà”. Per questo le due associazioni chiedono “una misura tempestiva e di carattere straordinario che consenta agli intermediari di ampliare la propria capacità di acquisto utilizzando una parte dei debiti fiscali raccolti con gli F24, compensandoli con i crediti da bonus edilizi ceduti dalle imprese”.

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Silvia Pieraccini

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