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25 agosto 2025

Sanità: tutte le Asl toscane sono in perdita, il ‘rosso’ 2024 sfiora i 200 milioni di euro

Dal ticket degli utenti arrivati 127 milioni di euro. La Regione ha deliberato il ripiano (ma l’aumento dell’addizionale Irpef non basta).

Silvia Pieraccini
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Con la delibera 1299 votata l’11 agosto 2025, la Giunta regionale ha approvato i bilanci 2024 delle aziende sanitarie toscane e deciso il ripiano delle perdite d’esercizio, che sono salite rispetto alle previsioni di poche settimane fa fino a sfiorare i 200 milioni di euro: 197,3 milioni è la cifra esatta del bilancio consolidato del servizio sanitario regionale. La stima che era stata fatta per il 2024 dalla Corte dei Conti alla fine di luglio, quando “parificò” il bilancio regionale 2024, si fermava a 160 milioni di perdita.

Tutte e sette le aziende sanitarie sono in perdita

Le aziende sanitarie toscane sono tutte in rosso: l’Asl Toscana Centro ha perso l’anno scorso quasi 48 milioni di euro (47,977); l’Asl Toscana Nord Ovest ha chiuso con una perdita di oltre 50 milioni di euro (50,169); l’Asl Toscana Sud Est ha un ‘rosso’ di 66,4 milioni; l’Azienda ospedaliera universitaria pisana contiene la perdita a 7,4 milioni; l’Azienda ospedaliera universitaria di Siena perde 18,2 milioni; e infine le due Aziende ospedaliere universitarie fiorentine di Careggi e del Meyer si fermano, rispettivamente, a una perdita di 3,8 e di 3,3 milioni di euro.

Dai ticket 127 milioni di euro

Il totale delle perdite è, appunto, di 197,3 milioni, su un valore della produzione delle aziende sanitarie toscane che raggiunge 10,2 miliardi di euro, di cui più di otto miliardi coperti da contributi in conto esercizio. La compartecipazione alla spesa per prestazioni sanitarie – cioè il ticket pagato dagli utenti – si ferma a 127 milioni di euro.

L’aumento dell’Irpef non basta

Per coprire la perdita 2024 della sanità non basteranno i 130 milioni provenienti dall’aumento dell’addizionale Irpef deciso dalla Regione per l’anno 2024 e mantenuto nel 2025 (l’aliquota è salita dall’1,68% al 3,32% per i redditi oltre 28mila euro e fino a 50mila euro, e dall’1,73% al 3,33% per i redditi oltre i 50mila euro). Le risorse mancanti sono frutto di una manovra regionale leva-e-metti che prevede di attingere al bilancio gestionale 2025 (49,1 milioni) e alla gestione residui (2,1 milioni); e per il resto – 146 milioni – dal bilancio di previsione 2025-2027 “assunto a favore della gestione sanitaria accentrata”. Anche per il 2025, si legge nella delibera regionale, stanno maturando perdite per le quali sono in corso manovre di bilancio destinate alla copertura.

Il payback sui dispositivi medici alla cassa con lo sconto del 75%

Sullo sfondo resta la battaglia col Governo sul payback dei dispositivi medici, il meccanismo che pone a carico delle aziende fornitrici di garze, siringhe, tamponi, stent, pacemaker, pannolini, cateteri o apparecchi diagnostici il ripiano della spesa del settore in caso di superamento del tetto regionale. Dopo lunghe polemiche, il decreto legge Economia approvato alla Camera il 6 agosto scorso ha trasformato in legge la previsione che fissa una sanatoria sul payback dispositivi medici per gli anni 2015-2018, con un versamento ridotto al 25% (che le aziende devono fare entro il 9 settembre) e l’istituzione di un fondo statale da 360 milioni per compensare le Regioni dei minori versamenti. Dunque anche alla Regione Toscana (che non ha commentato in alcun modo la norma) arriveranno nuove risorse, che potranno essere utilizzate per ripianare le perdite del bilancio della sanità.

Ecco le aziende che devono pagare di più

Le aziende di dispositivi medici che devono pagare di più sono, sulla base dell’elenco pubblicato dalla Regione, Abbott (13 milioni di euro, ora ridotti a 3,2 milioni), Ab Medica srl (11.5 milioni, ora ridotti a 2,9), Boston Scientific spa (11,5 milioni di euro, ora ridotti a 2,9), Zimmer Biomet italia (da 11,6 milioni pagherà 2,9 milioni) e – sopra tutti – Medtronic Italia spa, che doveva pagare 31,4 milioni di euro per lo sforamento del payback e ne pagherà invece 7,8 milioni.

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Silvia Pieraccini

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