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22 luglio 2025

La Corte dei Conti “approva” un bilancio regionale ricco di criticità

Rilievi sulla programmazione degli investimenti, sul peso della sanità (e su Arpat), sullo stato d’avanzamento del Pnrr.

Leonardo Testai
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La Corte dei Conti, sezione regionale di controllo per la Toscana, ha parificato il rendiconto generale della Regione Toscana per l’esercizio 2024, nelle componenti del conto del bilancio, dello stato patrimoniale e del conto economico. Un giudizio di parifica che, a differenza di altri anni, è arrivato senza che talune partite di bilancio ne restassero fuori, ma che non nasconde le criticità emerse nella relazione dei magistrati contabili a proposito di alcuni ambiti dell’attività della Regione. Ambiti su cui l’analisi della Corte si era appuntata anche negli anni scorsi: dalla sanità alle partecipate, passando per la programmazione degli investimenti.

L’indebitamento regionale, si legge nella relazione, “si conferma su livelli particolarmente elevati, mantenendosi superiore ai 2 miliardi malgrado una modesta diminuzione rispetto all’esercizio precedente”, e continuano a crescere “gli oneri per il servizio del debito che nel 2024 raggiungono i 128,49 milioni”. Il limite di legge all’indebitamento “risulta rispettato”, ma “con la residua capacità di indebitamento tuttavia la Regione, che nel 2024 ha già rinunciato al finanziamento di opere previste dalla legislazione vigente, dovrà far fronte nei prossimi anni a ingenti spese difficilmente differibili. Tra queste figurano il cofinanziamento di progetti europei e statali, e soprattutto, i rilevanti investimenti richiesti dal settore sanitario per il completamento delle grandi opere avviate, per le conseguenti manutenzioni e per il rinnovo delle attrezzature”.

Danc sotto accusa: “Così si distorce il bilancio”

Sotto la lente d’ingrandimento dei magistrati contabili c’è l’uso dello strumento del debito autorizzato e non contratto (Danc). Solo in minima parte infatti il debito autorizzato nel 2024 per finanziare nuove spese di investimento risulta realmente contratto a fine esercizio, con la stipulazione di mutui per 81,40 milioni: la maggior parte di esso, corrispondente a 366,29 milioni, rimane da contrarre solo per far fronte ad effettive esigenze di cassa. Tuttavia il Danc, secondo la sezione regionale di controllo della Corte dei Conti per la Toscana, “non può costituire un affidabile mezzo di finanziamento a lungo termine degli investimenti. Se da un lato esso consente infatti di risparmiare le spese di ammortamento, dall’altro produce una serie di effetti distorsivi sugli equilibri di bilancio che ne limitano notevolmente l’utilizzo”.

I margini di indebitamento alla fine dell’esercizio 2024, ha evidenziato il procuratore Massimo Chirieleison nella sua requisitoria, “risultano ridefiniti in 76,54 milioni per il 2024, 45,44 milioni per il 2025 e 25,81 milioni per il 2026, confermando il rispetto dei limiti previsti dalla legge. Alla luce del ristretto margine disponibile, se confrontato al significativo programma di investimenti regionali e dei numerosi interventi previsti che richiedono in parte il cofinanziamento da parte della Regione, è da segnalare una forte criticità legata alla sostenibilità di tale debito e alla possibilità di realizzare opere infrastrutturali già programmate come, ad esempio il raddoppio della tratta ferroviaria Pistoia-Lucca già previsto dall’art. 5, della l.r. n. 44 del 2022, il cui finanziamento è quasi azzerato dall’art. 36 della l.r. n. 48 del 2023, passando da 200 a 18,9 milioni. Di fatto quindi la limitata possibilità di ricorrere al mercato del credito ha già comportato il differimento o addirittura il completo definanziamento di opere previste dalla legislazione di spesa, il che denota persistenti problemi di programmazione delle spese di investimento”.

Pesano le perdite della sanità (e c’è il caso Arpat)

In quanto alla sanità, le perdite 2024 ammontano a oltre 160 milioni di euro. “Il Servizio sanitario toscano continua ad assicurare prestazioni di elevato livello”, sostengono i magistrati nella relazione, ma “questo standard qualitativo non appare più sostenibile senza l’apporto delle ingenti risorse aggiuntive che la Regione ha reperito principalmente attraverso la manovra fiscale”. E non solo: “in mancanza di un adeguamento del finanziamento istituzionale – si legge ancora -, le risorse aggiuntive regionali non saranno in grado di ripristinare l’equilibrio economico del Servizio sanitario e dell’esercizio di competenza, dovendo essere in massima parte destinate al ripiano delle perdite pregresse”, ed è quindi “indispensabile che la Regione garantisca una gestione trasparente del perimetro sanitario”.

Rimane invece ancora irrisolta, sostengono i magistrati, la questione relativa al finanziamento dell’Arpat, tuttora quasi esclusivamente a carico del fondo sanitario, anche se la Corte costituzionale “ha stabilito che il Fondo sanitario può finanziare esclusivamente le attività relative ai Livelli essenziali di assistenza (Lea)”. Di conseguenza, nella precedente relazione di parificazione era stato richiesto alla Regione di ridefinire il finanziamento di Arpat, ma esso “non è stato adeguato alle indicazioni ricevute, rimanendo invariato rispetto agli anni precedenti”. Per quanto riguarda le partecipate, nulla di nuovo, compreso il disallineamento riguardante le poste contabili relative alla gestione dei fondi regionali: tanto che la sezione di controllo “ha programmato una specifica indagine conoscitiva – ha spiegato Chirieleison – sui fondi regionali trasferiti a Sviluppo Toscana spa per verificarne tempistiche e modalità di impiego; questa Procura, vista l’entità dei fondi regionali gestiti, auspica che tale indagine sia estesa anche alla Società Fidi Toscana spa”.

“Serve un’accelerazione sui progetti del Pnrr”

L’ambito del Pnrr mostra anch’esso qualche problema. “Su un totale di 238,58 milioni di investimenti da portare a conclusione entro il 2024, solo il 37,91% risulta effettivamente concluso”, attesta la relazione dei magistrati contabili, per cui serve “un’accelerazione del ritmo di realizzazione, al fine di assicurare il conseguimento dei target assegnati”. I progetti conclusi entro il 2024 sono stati 174, per un controvalore di 90,44 milioni: il restante 62,09%, ossia 264 progetti per 148,14 milioni, non appare in linea con le scadenze previste dal cronoprogramma. “Su 148,14 milioni di progetti non ultimati – notano i magistrati – si rileva comunque che circa un terzo (54 milioni) risulta essere nell’ultima fase di avanzamento, ovvero quella conclusiva; per questi ci si attende, quindi, una chiusura nel breve termine”.

La sezione toscana della Corte dei Conti ha anche preso in esame la partita dei fondi strutturali, dove l’analisi condotta dalla sezione sui fondi Pr Fse+ e Pr Fesr, relativa al ciclo della programmazione 2021-2027, evidenzia “un ritmo di avanzamento dei programmi piuttosto contenuto; è pertanto necessario imprimere un’accelerazione dell’azione amministrativa, anche in ragione della Mid Term Review prevista nel 2025. Una performance non pienamente soddisfacente è stata riscontrata anche per il Programma (Interreg Vi-A) Italia-Francia Marittimo”.

Soddsfatto Giani, “buon governo per la Toscana”

Il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, recepisce i rilievi dei magistrati della Corte dei Conti, e ai microfoni esprime soddisfazione per una parifica senza riserve: “Una notizia estremamente positiva”, sostiene, che consente di rivendicare “un lavoro costante che porta a migliorare i conti e a far dire che vi è buon governo nell’azione della Toscana. Quella di oggi è un po’ la punta dell’iceberg: dietro c’è un lavoro che si sviluppa tutto l’anno tra i magistrati contabili e i nostri dirigenti e funzionari, dando indicazioni che poi, sul piano dei vari aspetti che vengono in evidenza, ci portano a far bene”.

Il governatore toscano ha rivendicato l’operato della giunta per il sistema sanitario, sostenendo come “quello che viene chiamato disavanzo in realtà sia un investimento: cioè il fatto che col bilancio ordinario noi compensiamo e mettiamo quelle risorse che tengono i servizi nella gestione del sistema sanitario è un investimento nella salute dei toscani, nella capacità di tenere a un livello più decente la riduzione delle liste d’attesa, i pronti soccorsi, i servizi ospedalieri, la ricerca. Insomma, se siamo la seconda sanità d’Italia, ce lo dice il ministero della Salute attraverso la sua agenzia Agenas, è perché noi ci investiamo e io ritengo che quindi facciamo il nostro dovere nei confronti dei cittadini”.

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Leonardo Testai

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