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21 luglio 2025

Eolico: otto progetti in pista sul crinale tra Toscana, Romagna e Marche (per un totale di 362 megawatt)

Il via libera alle pale di “Badia del Vento” ha fatto ripartire gli impianti eolici rimasti bloccati per anni. Ma la produzione è solo 289 Gwh.

Silvia Pieraccini
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L‘autorizzazione unica regionale rilasciata alla fine di maggio dalla Conferenza dei servizi (col parere contrario della Soprintendenza) al progetto del parco eolico “Badia del Vento” – formato da sette pale alte 200 metri per una potenza di 29,4 megawatt nel Comune di Badia Tedalda (Arezzo) e proposto dalla società milanese Fera srl – fa ripartire gli impianti eolici in Toscana dopo più di due anni di progetti bocciati o contestati.

Il parco eolico ‘gemello’ in Valmarecchia era stato bocciato

Pochi giorni prima del via libera al progetto “Badia del Vento”, la Giunta regionale aveva detto “no” – negando il rilascio dell’autorizzazione per motivi ambientali – a un altro parco eolico ‘gemello’ di competenza regionale, “Passo di Frassineto”, proposto sempre dalla società Fera al confine con la Valmarecchia: anche in questo caso la potenza era 29,4 megawatt con sette pale alte 180 metri nei Comuni di Pieve Santo Stefano, Badia Tedalda e Sansepolcro, sempre in provincia di Arezzo.

Parere negativo per il progetto “La Fonte”

Nei giorno scorsi, il 15 luglio, la Giunta regionale ha espresso un parere negativo, nell’ambito di un procedimento di valutazione d’impatto ambientale statale, sull’impianto eolico “La Fonte” della potenza di 56 Mw, costituito da 8 pale collocate nel Comune di Badia Tedalda e in quello di Pieve Santo Stefano (Arezzo) e proposto dalla società RWE-Renewables Italia.

L’area di Badia Tedalda “invasa” dai progetti di pale eoliche

Nella stessa area – quella al confine tra Toscana, Romagna e Marche identificata con la Valmarecchia amata da Tonino Guerra – si concentrano dunque i progetti eolici di tanti operatori. Addirittura otto sono i progetti presentati a Regione e Governo, per un totale di 362 megawatt di potenza. Oltre ai tre citati, ci sono “La Montagna”, potenza 54 Mw proposto da SCS Innovations, da realizzarsi nel Comune di Badia Tedalda; “Poggio dei Tre Vescovi”, potenza 72,6 Mw, proposto dalla società Badia Tedalda Eolico sempre nel Comune di Badia Tedalda; “Monte Petralta”, potenza 30 megawatt, proposto dalla società Fred Olsen nel Comune di Sestino (Arezzo); e infine altri due progetti chiamati entrambi “Poggio delle Campane”, uno da 40 Mw proposto da Rwe nel Comune di Sestino, l’altro da 50 megawatt presentato da Fri-El nei Comuni di Badia Tedalda e Sestino.

Il ‘sì’ a ‘Badia del Vento’ potrebbe scoraggiare gli altri operatori

Nel dare il via libera al progetto “Badia del Vento”, la Regione ha sottolineato che per livello di definizione progettuale, valutazione degli impatti, inserimento nel contesto e qualità progettuale finale “è preferibile rispetto agli altri”, e che l’approvazione “potrebbe costituire un ‘punto fermo’ per la valutazione degli impatti cumulativi, determinando così un effetto “dissuasivo” rispetto al preoccupante fenomeno di aggressione del territorio da parte di questa tipologia di impianti”. Grazie anche alle modifiche progettuali introdotte, il parco eolico approvato rappresenta, secondo la Regione, “un giusto compromesso fra le politiche volte a sostenere la transizione verso un’economia finalizzata all’incentivazione della produzione di energia da fonti rinnovabili, e la sostenibilità del territorio in termini di impatti e ricadute socio-economiche”.

Solo 289 gigawattora prodotti dalle pale eoliche

In realtà trovare l’equilibrio tra gli impianti rinnovabili e la tutela del paesaggio non si sta dimostrando facile, in attesa della legge che dovrà fissare le aree idonee al fotovoltaico e all’eolico. Quest’ultima fonte in Toscana per adesso è residuale: su 15.163 gigawattora di energia elettrica netta prodotta nel 2023, solo 289 gigawattora provengono dall’eolico (5.310 arrivano dalla geotermia, 1.169 Gwh dal fotovoltaico, 584 Gwh dall’idroelettrico e 7.811 gigawattora, quindi più del 51%, dal termoelettrico tradizionale).

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Silvia Pieraccini

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