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21 novembre 2025

Rinnovabili: il Governo corregge il decreto sulle aree idonee. Sì ai pannelli solari ‘sospesi’ in zone agricole. La legge toscana è da rifare

I criteri nazionali vincolanti inseriti nel decreto legge su Transizione 5.0. La legge regionale potrà solo aggiungere aree che godono di procedure veloci.

Silvia Pieraccini
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Arrivano dal Governo criteri nazionali vincolanti per l’individuazione delle “aree idonee” all’installazione delle energie rinnovabili, cioè le aree che potranno godere di procedure accelerate per l’autorizzazione degli impianti. I nuovi criteri sono entrati nel decreto legge su Transizione 5.0, approvato dal Consiglio dei ministri il 20 novembre (inizialmente erano previsti nelle bozze del decreto energia che però non ha ancora visto la luce), e puntano a superare la bocciatura del precedente decreto ministeriale da parte del Tar Lazio, critico verso la discrezionalità attribuita alle Regioni nel restringere le aree idonee, alimentando così le differenze geografiche.

Sì al fotovoltaico nelle aree agricole a 350 metri da una fabbrica

Ora invece ci sono alcuni punti fermi. Sono idonee all’installazione di rinnovabili i siti degradati o dismessi; le aree in cui sono già installati impianti eolici o fotovoltaici; sono idonee al fotovoltaico le aree industriali, logistiche e direzionali; gli invasi idrici; le aree a 300 metri dalla rete autostradale; le aree agricole fino a 350 metri da uno stabilimento industriale sottoposto a autorizzazione integrata ambientale Aia).

Fotovoltaico a terra solo in alcune zone

L’installazione di impianti fotovoltaici con moduli a terra in zone agricole è consentita esclusivamente nelle aree di ripotenziamento (senza incremento dell’area occupata), nelle cave e miniere cessate/degradate, nelle discariche chiuse, in aree ferroviarie/autostradali/aeroportuali e nelle fasce di rispetto di 350 metri dagli stabilimenti industriali e 300 metri dalle autostrade.

Sì all’agrivoltaico nelle zone agricole con pannelli ‘sospesi’

L’installazione degli impianti agrivoltaici è sempre consentita anche nelle zone agricole a patto che i moduli siano elevati da terra e permettano l’attività agricola o pastorale.

Entro quattro mesi una legge regionale

Il decreto legge dà alle Regioni 120 giorni per individuare, con propria legge, ulteriori aree idonee, rispettando gli obiettivi di potenza installata al 2030. La Toscana è lontanissima da quegli obiettivi: entro il 2030 deve aggiungere 4.250 megawatt di rinnovabili rispetto al 2020. A fine 2024 – secondo quanto reso noto da Legambiente – mancano all’appello 80 megawatt (sono stati installati 587 Mw rispetto alle previsioni di 667 Mw), e si è arrivati solo al 13,8% dell’obiettivo. Proseguendo di questo passo, calcola l’associazione ambientalista, la Toscana raggiungerà i 4.250 Mw aggiuntivi con 19 anni di ritardo, nel 2049 anziché nel 2030.

Dunque ora la Regione dovrà mettersi all’opera per individuare ulteriori aree idonee, superando la proposta di legge approvata nella precedente legislatura, che dichiarava il 70% del territorio “non idoneo” alle rinnovabili. Ora il concetto è rovesciato: si possono aggiungere aree idonee, ma non si possono cancellare quelle già indicate dai criteri nazionali.


 

  

Autore:

Silvia Pieraccini

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