Nel febbraio 2025 il Comune di Firenze ha avviato l rimozione di keybox in area Unesco
Ancora un ribaltamento di fronte nel campo degli affitti brevi: il Consiglio di Stato ha annullato la sentenza del Tar Lazio del 27 maggio scorso e ha ripristinato la piena efficacia della circolare del ministero dell’Interno di novembre 2024 sul riconoscimento de visu degli alloggiati. La decisione, adottata il 21 novembre, accoglie le istanze del Viminale e di Federalberghi, confermando che i gestori di tutte le strutture ricettive, incluse le locazioni brevi, devono verificare di persona la corrispondenza tra il documento d’identità raccolto e l’effettivo ospite che accede all’alloggio.
Per il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, la sentenza “rafforza la sicurezza e chiarisce in modo definitivo le regole per tutte le strutture”. La verifica diretta dell’identità, aggiunge, “tutela chi viaggia e chi vive nei quartieri più esposti e sostiene il lavoro quotidiano delle forze di polizia”. Nel corso del giudizio d’appello, il Ministero ha sottolineato “il ruolo determinante che può assumere, in termini di prevenzione di eventuali minacce, la verifica della corrispondenza tra la persona recata nel documento d’identità e quella che effettivamente entra nella struttura alloggiativa”.
Palazzo Vecchio esulta: “Avevamo ragione noi”
Il pronunciamento è stato accolto con favore dal Comune di Firenze, che negli ultimi mesi aveva introdotto un regolamento di polizia urbana con il divieto di keybox per gli affitti brevi, e a febbraio di quest’anno aveva avviato la rimozione dalle facciate degli edifici in area Unesco. “Questa sentenza ribadisce che avevamo ragione, e che con il regolamento che ha stabilito il divieto delle keybox siamo sulla strada giusta”, afferma la sindaca Sara Funaro, sottolineando che “avevamo posto come primo tema quello della sicurezza, oltre al decoro. Questa è la vera priorità”. Per l’assessore al turismo Jacopo Vicini, la decisione “rafforza il nostro regolamento di polizia urbana che prevede il divieto di keyobx in tutta la città”.
I gestori degli affitti chiedono un tavolo al Viminale
Sul fronte delle associazioni di categoria del mondo alberghiero, soddisfatte per il pronunciamento della giustizia amministrativa, Federalberghi evidenzia come “questa procedura contribuisca a elevare in maniera significativa i livelli di sicurezza”, ricordando che gli albergatori assolvono da sempre l’obbligo “con grande senso civico”. Confindustria Alberghi parla a sua volta di “pieno riconoscimento della linea da noi sostenuta”, sottolineando che la decisione “contribuisce a rimuovere un’ingiustificata disparità applicativa” fra le varie forme di ricettività.
Per le associazioni che rappresentano i proprietari di case e i gestori degli affitti brevi, in realtà, il pronunciamento del Consiglio di Stato lascia una porta aperta a una procedura di riconoscimento che non sia in presenza. Confedilizia si dice convinta che la circolare del 2024 vada “intesa in senso moderno”, includendo dispositivi idonei ad accertare hic et nunc l’identità dell’ospite. Secondo il presidente di Aigab Marco Celani la sentenza “conferma la possibilità di utilizzare alcune tecnologie di riconoscimento degli ospiti a patto che dimostrino l’ingresso degli stessi in appartamento”, e per questo auspica un tavolo tecnico al Viminale per definire le modalità ammesse. Property Managers Italia, con il presidente Lorenzo Fagnoni, paventa infatti il rischio “del caos delle interpretazioni” della sentenza.
Leonardo Testai