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12 settembre 2024

Pnrr, crediti e burocrazia, i dolori dell’edilizia regionale

Il presidente di Ance Toscana Rossano Massai lamenta ritardi nei pagamenti da parte delle stazioni appaltanti pubbliche.

Leonardo Testai
Un cantiere

Un cantiere

I crediti dei bonus edilizia ancora in pancia e difficili da smaltire, il piano cave regionale da rivedere, una normativa sulla rigenerazione urbana non al passo coi tempi e – anche in Toscana – ritardi da parte delle stazioni appaltanti pubbliche nei pagamenti per le opere legate al Pnrr. “I temi sono purtroppo gli stessi da un po’ di tempo a questa parte”, ammette Rossano Massai, presidente di Ance Toscana, e dunque portavoce delle imprese toscane del mondo delle costruzioni. Temi al centro dell’assemblea di Ance Toscana Nord che si è svolta il 10 settembre a Lucca, con la partecipazione del direttore di Ance nazionale, Massimiliano Musmeci.

Il quadro del comparto nell’area, in realtà, continua a mostrare segnali positivi. Il Centro Studi di Confindustria Toscana Nord, elaborando i dati forniti dalle Casse Edili di Lucca Pistoia e Prato, ha rilevato che a giugno 2024 le imprese del’edilizia iscritte nelle tre province sono 1.962, il 2,2% in più rispetto a giugno 2023. Gli operai iscritti sono 8.470 (+4,9%). Nei primi 6 mesi del 2024 le ore lavorate sono state il 3,7% in più rispetto all’analogo periodo del 2023. “In Italia nel periodo 2022-23 – ha affermato Giacomo Salvi, presidente di Ance Toscana Nord – le imprese che hanno aperto e poi chiuso battenti sono state moltissime; se noi, imprese che si riconoscono nel sistema Ance cresciamo, significa che la buona imprenditoria è ancora una moneta che paga. Cresciamo nonostante le difficoltà con cui ogni giorno ci misuriamo”.

I Comuni fanno progressi sul Pnrr

Fra le difficoltà in edilizia segnalate in Toscana come anche a livello nazionale, quelle legate ai lavori del Pnrr. Non di rado infatti “gli enti pubblici pagano in ritardo le imprese, con ritardi anche notevoli, specialmente se si parla di lavori del Pnrr”, sostiene Massai, “perché la rendicontazione è complessa, molto spesso gli enti pubblici non hanno una struttura adeguata per rispondere, ma ci sono dei ritardi anche dal Ministero. Quindi agli enti non arrivano i soldi dal Ministero, i lavori vanno avanti, e le imprese sono in difficoltà. In Toscana abbiamo 8 miliardi di euro di opere dal Pnrr: non tutti i cantieri sono partiti, non abbiamo dati precisi perché non è facile, però indubbiamente questo pesa”.

A differenza del quadro nazionale tracciato dalla presidente di Ance Federica Brancaccio – sulla scorta di un’indagine secondo cui il 60% delle imprese lamenta ritardi -, tuttavia, fra le stazioni appaltanti in Toscana i Comuni oggi non si trovano in particolari difficoltà, dopo una fase complessa anche per via di problemi legati al funzionamento della banca dati Regis per il monitoraggio e la rendicontazione dei progetti finanziati dal Pnrr. “Di Comuni che ci hanno comunicato che non ricevevano soldi dal Ministero ce ne sono stati alcuni a luglio, penso a San Godenzo, penso a Dicomano”, osserva Simone Gheri, direttore di Anci Toscana, spiegando che tali situazioni si sono risolte. E in caso di nuove segnalazioni, spiega, “noi ci attiviamo con l’Anci nazionale a Roma per smuovere le acque”.

“Le imprese fanno da cassa dello Stato, è preoccupante”

La partita dei pagamenti per i lavori del Pnrr si aggiunge a criticità presenti da tempo nel mondo dell’edilizia toscana. “C’è chi ancora ha i cassetti fiscali pieni di crediti dei bonus e non riesce a cederli – lamenta Massai -, e poi non dobbiamo mai dimenticarci che è ancora in vigore lo Split payment: ci sono imprese che hanno anche milioni di Iva da riscuotere, e anche questo le mette in difficoltà, non si capisce perché questo meccanismo sia ancora in vigore, visto che già da tempo ormai ci sono le fatture elettroniche, quindi non ha più senso. Però è in piedi. In questo momento noi imprese facciamo un po’ da cassa dello Stato, è l’aspetto che preoccupa di più. Inoltre, in un momento in cui i tassi sono alti per le imprese diventa difficile anche accedere al credito, quindi si sommano tutta una serie di aspetti veramente difficili”.

Appalti e piano cave, fronti aperti con la Regione

Ci sono poi i fronti aperti con la Regione Toscana, a partire dal riconoscimento di una sorta di premialità per le imprese del territorio negli appalti sotto soglia. “La Regione Toscana può fare un po’ da apripista rispetto anche alle altre stazioni appaltanti più piccole”, sostiene il presidente regionale di Ance, spiegando che “abbiamo un tavolo aperto dove stiamo discutendo”, e osservando che “in questo momento le imprese toscane non sono prese in considerazione più di qualsiasi altra impresa nelle procedure per importi ridotti, cosa che invece nelle altre regioni dall’Emilia Romagna in su stanno facendo. Quindi viene fuori che in Toscana la mia impresa è una delle tante; ma se vado in Emilia Romagna, vado in Lombardia, vado in Veneto, vado in Piemonte, nelle procedure sotto soglia la mia impresa è svantaggiata”.

Altra richiesta è quella di una revisione di alcuni aspetti che riguardano il piano cave, “perché le quantità possibili da scavare da qui al 2036 – sostiene Massai – sono state calcolate sul fabbisogno di prima del 2020, ma allora venivamo da una crisi abbastanza lunga, quindi i materiali di cava viaggiavano poco: proiettandole da qui al 2036, quando adesso di lavori ce ne sono in giro anche troppi, va a finire che qualche cava, se non viene modificata la norma, alla fine non può lavorare più”. Infine, ricorda il presidente di Ance Toscana, “ci sono normative sul caro materiali che riguardano il 2022 e il 2023, e ancora la maggior parte delle imprese deve ricevere quei pagamenti, benché magari ci siano le pratiche già fatte”.

“Rigenerazione urbana, abbiamo norme fuori dal tempo”

Su questi temi, ma non solo, Ance Toscana ha un programma di iniziative da qui alla fine dell’anno che “riguarderanno anche le carceri – spiega il presidente regionale – e la pianificazione urbanistica. “Abbiamo una burocrazia troppo lenta. Siamo in una fase di cambiamento così veloce e repentino che le normative che abbiamo in piedi in questo momento sono assolutamente fuori tempo. Oggi si parla di rigenerazione urbana, di recupero, ma non ci sono normative adeguate: aspettiamo risposte sia dal Governo e dal Parlamento, sia dalla Regione Toscana. Ma questo è un discorso molto ampio: verso ottobre, i primi di novembre, organizzeremo un convegno dedicato a questo”.

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Leonardo Testai

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