La lunga fase di gestazione della nuova giunta regionale toscana è terminata alle 11.20 del 20 novembre, più di un mese dopo la vittoria elettorale di Eugenio Giani, quando le porte della sala Pegaso di Palazzo Strozzi Sacrati si sono chiuse per la prima riunione della nuova compagine chiamata ad amministrare la Regione. L’assegnazione delle deleghe agli assessori è stata fino all’ultimo oggetto di scontro all’interno della maggioranza, e soprattutto nel principale partito che la compone, il Pd mosso dall’acceso confronto fra l’anima schleiniana incarnata dal segretario regionale Emiliano Fossi, e quella riformista in cui si riconosce lo stesso Giani.
Nell’ambito dell giunta, il governatore rieletto tiene per sé una serie di deleghe, fra cui bilancio, Toscana diffusa, energia, protezione civile, politiche per la montagna e geotermia. In ambito economico, si espande il raggio d’azione del riconfermato Leonardo Marras: l’assessore Pd, tendenza riformista, tiene le deleghe a economia e turismo – con il parziale scorporo del turismo culturale, a beneficio dell’assessora alla cultura Cristina Manetti – così come quelle a politiche del credito, fiere e terme, ma aggiunge l’agricoltura, e anche cave e miniere. Queste ultime, scorporate dalla delega a urbanistica e governo del territorio assegnata invece a Filippo Boni (Pd), nuovo assessore regionale a infrastrutture e trasporto pubblico.
Nardini perde il lavoro, il servizio idrico al M5s
Alessandra Nardini, Dem di rito orlandiano, è confermata assessora a educazione, istruzione, politiche per la Memoria e diritti Lgbtq+, riceve le deleghe ad accoglienza e immigrazione, diritto alla casa e progetti per la costa, ma perde – ed era uno dei nodi politici degli ultimi giorni – quelle relative a formazione professionale e lavoro conferite ad Alberto Lenzi (Avs), il quale si occuperà anche innovazione tecnologica, semplificazione amministrativa e infrastrutture digitali, compreso il diritto alla connettività. Il debutto del M5s in giunta regionale è affidato a David Barontini, al quale vanno le deleghe ad ambiente, economia circolare, bonifiche, protezione dai cambiamenti climatici, efficienza energetica e comunità energetiche, parchi ed aree protette, prevenzione del rischio sismico, servizio idrico integrato – che il M5s intende declinare nel segno dell’acqua pubblica -, politiche per il mare.
Assessorato di peso per Monia Monni (Pd), con le deleghe alla sanità, al diritto alla salute ed alle politiche sociali. Deleghe più ‘light’ per la giovane vicepresidente Bintou Mia Diop: cooperazione internazionale, pace, cultura della legalità e partecipazione, compreso il recupero dei beni sottratti alla mafia, la cittadinanza attiva e le cooperative di comunità. A Manetti, oltre alla cultura, vanno le deleghe a università e parità di genere, e la nuova delega del “diritto alla felicità”. Il sottosegretario alla Presidenza, Bernard Dika, resterà consigliere regionale e in giunta seguirà proprio i rapporti con il Consiglio.
Leonardo Testai