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Territorio

27 ottobre 2025

Non si ferma (ma rallenta) il consumo di suolo in tutte le province

L’Ordine degli Ingegneri di firenze chiede una svolta strutturale verso la rigenerazione e il riuso del costruito.

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Il consumo di suolo in Toscana rallenta, ma la trasformazione del territorio non si è ancora fermata. Secondo il Rapporto ‘Consumo di suolo, dinamiche territoriali e servizi ecosistemici 2025’ elaborato da Ispra e Snpa, l’incremento registrato tra il 2023 e il 2024 è di 265 ettari netti (271 lordi), corrispondenti a 0,74 mq per abitante: un dato che segnala una crescita più contenuta rispetto al 2023, e più in linea con la media degli anni precedenti, oltre che più basso del dato osservato su scala nazionale (1,42 mq/abitante). Un dato che, secondo gli esperti, deve ancora tradursi in un cambiamento strutturale nelle politiche di pianificazione.

Prato la più antropizzata, Grosseto e Siena le più “verdi”

Nel 2024 la Toscana presenta un totale di 142.096 ettari di suolo consumato, pari al 6,2% del territorio regionale. Si tratta di un valore inferiore alla media nazionale, che si attesta al 7,17%, e che conferma un trend di rallentamento rispetto agli anni precedenti. Il consumo procapite complessivo a livello regionale è pari a 388,18 mq per abitante, leggermente superiore alla media italiana di 365,85 mq. La densità del consumo di suolo in Toscana nel periodo 2023–2024 è di 1,18 mq per ettaro, anche in questo caso inferiore al dato medio del Paese (2,78 mq/ha).

Tra le province, Prato conferma la maggiore incidenza con il 14,33% di territorio consumato, seguita da Pistoia (10,27%) e Livorno (10,22%). In termini assoluti, Firenze registra la superficie più ampia di suolo consumato (25.825 ettari), seguita da Arezzo (17.290) e Pisa (17.152). Le province meno compromesse risultano Grosseto (3,20%) e Siena (4,04%), che mantengono i valori più bassi della regione.

Gli ingegneri: “Rigenerazione urbana come priorità”

Le aree metropolitane, in particolare lungo il corridoio dell’Arno, continuano a concentrare gran parte delle trasformazioni, mentre le zone interne e rurali soffrono processi di frammentazione paesaggistica. Per gli ingegneri toscani i dati del Rapporto Ispra–Snpa offrono segnali incoraggianti. “Sono necessarie politiche di lungo periodo – sottolinea Claudia Nati, presidente dell’Ordine degli Ingegneri della provincia di Firenze – per rafforzare la pianificazione integrata, potenziare gli incentivi alla rigenerazione e favorire il riuso del patrimonio edilizio esistente, anche attraverso semplificazioni normative e fiscali”. (lt)

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