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Industria

02 dicembre 2025

Nel nuovo piano di Baker Hughes 145 milioni e 200 assunzioni in Toscana in 5 anni

I sindacati dei metalmeccanici firmano l’ipotesi di accordo. In regione la metà degli investimenti annunciati in Italia

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Un piano da 145 milioni di euro di investimenti per la Toscana, e 203 nuove assunzioni nei tre insediamenti industriali situati in regione: è il nuovo piano industriale di Baker Hughes-Nuovo Pignone per i prossimi cinque anni, già annunciato a settembre in occasione di Gastech, che a livello nazionale prevede 300 milioni di investimenti e 300 nuove assunzioni. I coordinatori nazionali delle segreterie Fim-Cisl, Fiom-Cgil e Uilm-Uil del gruppo Baker Hughes-Nuovo Pignone hanno sottoscritto ieri l’ipotesi di accordo, che passa in tutta Italia al vaglio dei lavoratori per la prevedibile approvazione.

Il nuovo piano industriale riguarda oltre 7.000 addetti distribuiti nei sei stabilimenti situati in Toscana, Lombardia, Puglia e Calabria. Nel dettaglio, per la Toscana, Baker Hughes calcola 150 nuove assunzioni su Firenze, 50 a Massa e tre ad Avenza. Gli investimenti seguono una proporzione simile: 85 milioni di euro a Firenze, 50 milioni a Massa e 10 ad Avenza. Secondo quanto emerso già a settembre, gli investimenti in Toscana si concentreranno sull’aumento della capacità produttiva delle turbine NovaLt, sull’acquisto di nuovi macchinari e nuovi banchi prova dove testare le macchine, e sull’integrazione di robotica e intelligenza artificiale ai processi produttivi.

Sindacati soddisfatti: “Difendiamo lavoro e industria”

“In un Paese in cui l’assenza di politiche industriali strutturate pesa quotidianamente sulle lavoratrici e sui lavoratori, questa ipotesi di accordo rappresenta un passo significativo per invertire la rotta”, dichiarano i coordinatori nazionali di Fim-Fiom-Uilm del gruppo Baker Hughes-Nuovo Pignone (Flavia Capilli, Daniele Calosi e Vincenzo Renda), lodando “un modello di relazioni industriali che difende l’industria, tutela il lavoro e crea prospettive di crescita sostenibile”. A giudizio dei sindacati “questo accordo non è un punto di arrivo, ma l’avvio di un percorso che dovrà essere monitorato costantemente, affinché gli impegni assunti si traducano in interventi reali e concreti sui territori e nei siti produttivi”. (lt)

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