Una lavorazione di accessori metallici dell'azienda Metalplus
Sembrava che per gli accessori metallici destinati al settore moda – dalle fibbie alle borchie, dalle chiusure alle catene – la soluzione per aggirare le difficoltà di mercato fosse quella delle aggregazioni, che sono state copiose negli ultimi 6-7 anni, promosse soprattutto da fondi d’investimento. Sono nati così gruppi industriali specializzati in diverse fasi della lavorazione del metallo, come Mtwh (riunisce nove aziende), Minerva Hub (21 aziende) e Altofare (10 aziende), che hanno inglobate molte realtà toscane, capaci di servire i grandi brand con un’organizzazione più solida e maggiore capacità finanziaria, che assicura più investimenti.
Il rischio è che, con la scomparsa delle piccole aziende specializzate, i brand spostino la produzione altrove
In realtà le dimensioni maggiori non hanno messo totalmente al riparo dalla crisi che, dalla fine del 2023, ha colpito i settori pelletteria e calzature, principali destinati degli accessori metallici. “Ma hanno permesso di gestire le sfide di mercato in modo più efficace”, afferma uno studio sulla filiera dell’accessorio metallico realizzato da The European House-Ambrosetti (Teha) e presentato a Firenze al summit annuale di Physis, il consorzio che riunisce una cinquantina di aziende italiane della filiera dell’accessorio metallico. “Le imprese piccole e micro a vocazione artigianale si trovano oggi in crescente difficoltà – afferma lo studio – col rischio di perdere competenze specialistiche, a forte manualità, che nei periodi di picco della domanda fungono da prezioso polmone produttivo, garantendo flessibilità e continuità nei volumi”. Come già ipotizzato in un analogo studio fatto da Teha per il settore pelletteria, il rischio è dietro l’angolo: “Senza questa rete diffusa di supporto il rischio è che i brand, in particolare quelli francesi, siano costretti a rivedere le proprie strategie di approvvigionamento, spostando progressivamente la produzione verso altri Paesi più competitivi“.
Difesa del ‘sapere fare’ e trasmissione ai giovani
Dunque la prima strategia da mettere in atto è la difesa e la trasmissione ai giovani del ‘saper fare’ italiano che, se disperso, “potrebbe compromettere la capacità di una rapida ripresa e di affrontare le nuove sfide del mercato”. La filiera tricolore dell’accessorio metallico, secondo le stime Teha, è passata da un fatturato 2019 (pre-Covid) di 1.485 milioni di euro al record 2022 di 2.118 milioni, per poi scendere nel 2023 (2 miliardi) e ancor più nel 2024. La redditività si è mantenuta stabile nel tempo, con margini tra il 15 e il 16%
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Silvia Pieraccini