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18 luglio 2022

Moda, gli accessori metallici crescono (ma non l’etica del lavoro)

L’allarme dei sindacati: il settore fa boom (ed è al centro di acquisizioni) ma ci sono aziende che evadono regole e fisco.

Silvia Pieraccini
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E’ un settore percorso da un dinamismo senza eguali: gli accessori metallici per la moda – dalle fibbie per le cinture, alle catene per le borse, fino alle borchie per le scarpe – sono al centro di investimenti e acquisizioni da parte di fondi d’investimento e grandi operatori (tra le ultime operazioni in Toscana ci sono quella del gruppo veneto Amf, controllato dal private equity Alpha, che ha acquisito l’aretina Italcatene, specialista nella produzione di catene; del fondo di private equity Xenon, che ha riunito sotto il polo di terzisti Minerva Hub le aretine Galvanica Formelli e Zeta Catene, specializzate nel trattamento di articoli di oreficeria e nella finitura di catene per borse, fibbie, borchie; il produttore di cerniere RiRi Group, controllato da Chequers Capital, che ha rilevato l’aretina Amom, specializzata nelle minuterie metalliche e in bigiotteria e accessori per calzature, pelletteria e abbigliamento).

Dumping e impatto ambientale da tenere sotto controllo

Di fronte a questa crescita – aiutata dalla riconversione del settore orafo-argentiero – si sono mossi i sindacati toscani Cgil, Cisl, Uil che, nel corso della recente assemblea dei delegati del settore accessori metallici moda, hanno segnalato “dumping competitivo tra legalità e illegalità” (e dunque presenza nel settore di aziende che non rispettano le regole) e necessità di “aumentare la qualità etica e sociale del lavoro, a beneficio dei lavoratori che operano in tutta la filiera”. L’altro elemento da tenere sotto controllo, secondo i sindacati, è l’impatto ambientale per le sostanze utilizzate nella filiera e per gli scarti delle lavorazioni, che porta a “elusione contributiva e evasione fiscale”.

Appello alle istituzioni

Il messaggio alle istituzioni, nel momento in cui il settore sta crescendo (nella sola piana fiorentina sono insediate più di 200 aziende industriali con dimensioni che variano dai 50 ai 600 dipendenti, alle quali vanno aggiunte decine di realtà artigiane, per un totale di circa 8.000 addetti metalmeccanici che ogni giorno maneggiano componenti metallici per le grandi firme della moda), è di mantenere alta l’attenzione: “Il rafforzamento della struttura industriale e manifatturiera – affermano i sindacati – deve andare di pari passo con legalità e diritti sindacali e sociali, per rendere il settore capace di aumentare gli addetti e costruire occupazione di qualità, assieme a una capacità di cambiamento verso una maggior sostenibilità delle produzioni”.

Autore:

Silvia Pieraccini

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