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Sviluppo

10 ottobre 2025

Legge sulla partecipazione, imprese a confronto con la Cisl

Secondo il sindacato è uno strumento che può essere anche funzionale al rilancio della manifattura a livello regionale.

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La nuova legge 76/2025 che disciplina la partecipazione dei lavoratori alla gestione, al capitale e agli utili delle imprese apre nuovi scenari, e le aziende del territorio cercano di capirne di più: la Cisl di Firenze-Prato ha promosso un confronto fra economisti, esperti, sindacalisti e imprenditori, partendo dal presupposto che “anche da questa legge – ha sottolineato Fabio Franchi, segretario generale Cisl Firenze-Prato – può arrivare un contributo a quel rilancio del manifatturiero auspicato dal ‘Manifesto per la reindustrializzazione della Toscana‘ scritto da Marco Buti, Stefano Casini Benvenuti e Alessandro Petretto, che anche per la Cisl rappresenta una prospettiva prioritaria.

A giudizio di Franchi “insistere sulla manifattura non vuol dire porla in contrapposizione con il turismo e l’agroalimentare. Riteniamo necessario che Firenze e Prato, cuore della Toscana economica, rimettano al centro dell’attenzione il manifatturiero, unito ad un turismo di qualità, trasparente e capace di applicare correttamente i giusti contratti, e un agroalimentare che non sia solo cartolina, ma cura e promozione del territorio”. E la legge di partecipazione, “coniugata a imprese forti e sviluppo – ha proseguito -, sicuramente può contribuire ad aziende migliori, più performanti dove possa trovarvi spazio la produttività ma anche il benessere fisico e psichico dei lavoratori”.

“C’è grande interesse da parte delle imprese”

Secondo la testimonianza di Daniela Fumarola, segretaria generale della Cisl – il sindacato che ha promosso la norma -, che ha partecipato all’incontro ospitato dalla Camera di commercio di Firenze, “c’è un grande interesse” per la legge sulla partecipazione “da parte delle imprese che, intanto, hanno preso a modello delle buone pratiche che noi avevamo già indicato nella nostra proposta, sono circa 150: ma c’è un grande interesse anche da parte dei lavoratori, che quindi spingono all’interno delle imprese perché si possa realizzare”.

Le prime esperienze sono incoraggianti, secondo Fumarola: “Noi abbiamo potuto verificare – ha spiegato – che laddove la partecipazione si è realizzata ha portato dei benefici, non solo alla qualità del rapporto di lavoro, e quindi ha qualificato di più impresa e lavoro, ma ha portato dei benefici, per esempio, sulla gestione della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, sulla gestione dell’intelligenza artificiale legata proprio a salute e sicurezza”. Non solo: secondo Fumarola, la partecipazione “ha aumentato salari, ha aumentato produttività, ha realizzato attraverso la contrattazione, che è lo strumento principe, obiettivi importanti, con una contrattazione di secondo livello che è sempre più artigianale, ma è sempre più vicina alle esigenze delle persone che lavorano in quel contesto”.

“Già sviluppate alcune forme, così siamo competitivi”

Paolo Ruggeri, coordinatore della Commissione multinazionali di Confindustria Toscana, ha portato il punto di vista delle grandi imprese. “Il tema della partecipazione – ha detto -, o se vogliamo il tema della concertazione, del dare ciascuno un contributo per quelle che sono le proprie competenze, è assolutamente basilare, e ben venga questa legge, perché va in qualche modo anche a cogliere certi aspetti che comunque queste aziende già hanno colto, con delle forme in alcuni casi embrionali, in altri casi forse già sviluppate, di partecipazione. Questo ci permette anche di poter essere fortemente competitivi, quindi è senz’altro la direzione in cui andare”.

Inoltre, secondo Ruggeri, “c’è un aspetto valoriale. Mi appello molto spesso al concetto dell’impresa-famiglia. Dov’è che c’è la massima motivazione? E’ nell’impresa familiare, fatta da membri di una stessa famiglia o di una famiglia allargata, sono tutti super motivati. Poi è chiaro che oggi un’impresa familiare ha difficoltà a stare sul mercato, è in difficoltà perché c’è un tema di dimensioni, un tema di capacità di investimento, e quindi dobbiamo chiaramente scalare le dimensioni in maniera da poter essere allineati con quello che ci troviamo davanti e andando in giro per il mondo. Ma mantenere quello spirito di impresa-famiglia, e qui c’è la partecipazione, dà quel plus che fa veramente la differenza. Quindi ben venga uno strumento che si basa sulla condivisione, sulla concertazione, che non dà delle strade di obbligatorietà”. (lt)

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