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Sviluppo

23 settembre 2025

“Dobbiamo spingere l’innovazione per rilanciare l’industria”

La tappa toscana del tour Innovation Days del Sole 24 Ore ha messo in luce i passi ancora da fare per migliorare la competitività.

Silvia Pieraccini
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Intelligenza artificiale, cybersecurity, digitalizzazione sono tutte parole con cui le imprese hanno imparato a fare i conti in questi ultimi anni, anche se le tecnologie innovative sono un oggetto da maneggiare con cura, inserendolo in un sistema di competenze e di processi adeguati, come è emerso nella tappa toscana del tour Innovation Days del Sole 24 Ore, che si è svolta al Palazzo degli Affari di Firenze.

Solo il 22% delle imprese toscane (con almeno 10 addetti) ha un alto livello di digitalizzazione

Altra direzione emersa con chiarezza è che le tecnologie digitali stanno diventando sempre più importanti ai fini dello sviluppo industriale, perché sono in grado di migliorare l’efficienza aziendale e dunque i risultati, anche quelli dei settori manifatturieri ‘maturi’. E’ per questo che la Toscana ha bisogno di fare un salto di qualità su questo fronte: “Dobbiamo rendere l’innovazione sistemica e pervasiva”, ha sottolineato Maurizio Bigazzi, presidente di Confindustria Toscana Centro e Costa, ricordando che nel 2024 il 22% delle imprese toscane con almeno dieci addetti ha raggiunto un livello di digitalizzazione ‘alto o molto alto’, un dato sotto la media nazionale che è al 27% “e che dimostra come ci siano spazi di crescita”, ha detto. “A livello associativo siamo impegnati a supportare le aziende e i territori col nostro Digital Innovation Hub nei percorsi di digitalizzazione e di sviluppo competitivo”, ha ricordato Bigazzi. “Innovazione e industria sono un binomio inscindibile, come ha sottolineato il Manifesto per la reindustrializzazione della Toscana redatto da Marco Buti e da altri due economisti”, ha aggiunto.

Il Manifesto per la reindustrializzazione della Toscana fa scuola

Il Manifesto ha riacceso il dibattito sulla necessità di rilanciare un motore “da cui dipende il benessere dell’intero territorio”, come ha detto il direttore del Sole 24 Ore, Fabio Tamburini, che ha ricordato – collegato in diretta – come il Manifesto sia stato “replicato” anche nelle Marche, augurandosi che “l’iniziativa diventi una filiera e proliferi in tutta Italia”.

Export +13,6% nel 2024 ma “drogato” dall’oro

La necessità di investire sull’industria si lega (anche) all’andamento dell’export, tradizionale traino della Toscana. I numeri rischiano di essere fuorvianti: nel 2024 l’export è cresciuto, in valore, del 13,6%, superando i 63 miliardi di euro (di cui dieci diretti negli Usa), “drogato” dal boom delle quotazioni dell’oro lavorato ad Arezzo e dall’exploit delle vendite di semilavorati orafi in Turchia (+243%), conseguenza di benefici fiscali in quel Paese che ora stanno scomparendo. L’export di oreficeria e gioielleria è passato dai 3,9 miliardi del 2023 a 8 miliardi di euro nel 2024. Nel primo semestre di quest’anno gli unici settori industriali che continuano a correre sono la farmaceutica (che sta brillando da anni, e nel 2024 ha aggiunto altri 2,8 miliardi di export superando gli 11 miliardi) e i lingotti (che hanno scarso valore aggiunto), ed è per questo che Bigazzi sprona: “Siamo impegnati a supportare le aziende e i territori col nostro Digital Innovation Hub nei percorsi di digitalizzazione e di sviluppo competitivo. Nel 2024 il 22% delle imprese toscane con almeno dieci addetti ha raggiunto un livello di digitalizzazione ‘alto o molto alto’, un dato sotto la media nazionale che è al 27%, e che dimostra come ci siano spazi di crescita”.

Aziende più creative e meno innovative

Crescita tecnologica che però, secondo l’assessore regionale alle Attività produttive Leonardo Marras, è resa più difficile non solo dalle ridotte dimensioni aziendali ma anche “dalla capacità creativa dei nostri prodotti, che è refrattaria all’innovazione”, ha spiegato ricordando i 600 milioni di euro del fondo europeo di sviluppo regionale (Fesr) destinati alle imprese nel settennato 2021-2027, e chiamando in causa il Governo per fare di più. Ha replicato Silvia Ramondetta, responsabile Area economica di Confindustria Toscana e coordinatrice del Digital Innovation Hub Toscana: “Le politiche industriali si possono e si devono fare a livello regionale – ha detto – perché le Regioni gestiscono un grande bacino finanziario che può sostenere le imprese. Siamo in una fase di grande incertezza sul fronte degli investimenti, e la politica industriale può aiutare le imprese”.

L’innovazione come motore per internazionalizzare e ridurre il gender gap

Dalle aziende come La Marzocco, Tim Enterprise, R&D Telecommunication and Energy, Enea, Tera Energy, e anche da Banca Ifis, 4.Manager, Sace, Cassa Depositi e prestiti, e dai rappresentanti dei fondi di investimento, sono arrivate le indicazioni per declinare l’innovazione per migliorare l’internazionalizzazione, dare impulso alla transizione energetica, ridurre il gender gap, finanziare lo sviluppo.

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Silvia Pieraccini

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