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Industria

27 settembre 2024

La Bioraffineria Eni di Livorno produrrà 500mila tonnellate di diesel Hvo all’anno

Il punto in Prefettura con le istituzioni: obiettivo 2026 per l’avvio delle nuove attività, si attende l’autorizzazione unica.

Leonardo Testai
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L’impianto della nuova bioraffineria Eni di Livorno avrà un volume di produzione di 500.000 tonnellate all’anno di carica, sostanzialmente per la produzione di Hvo, cioè il carburante di origine biologica che può essere utilizzato da subito nelle automobili diesel. Lo ha annunciato Pietro Chèrié, direttore della raffineria Eni di Livorno al termine dell’incontro in prefettura in cui è stato illustrato il progetto della nuova bioraffineria nell’attuale sito di Stagno, condividendo con le istituzioni locali i passaggi che hanno portato ad avere l’autorizzazione Via ottenuta all’inizio di settembre.

Erano presenti oltre al prefetto Giancarlo Dionisi e il questore Giuseppina Stellino, il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani, il sindaco Luca Salvetti e l’assessore comunale Federico Mirabelli. “Il progetto lo vogliamo costruire assieme per essere pronti nel 2026 a mettere in marcia la bioraffineria”, ha detto, spiegando che “abbiamo già avviato le fasi di ‘site preparation’, stiamo attendendo la conclusione dell’ultimo iter autorizzativo, l’autorizzazione unica, che include i permessi a costruire per iniziare la fasi di costruzione della bioraffineria che contiamo di completare nel 2026”.

Livelli occupazionali invariati a regime

I livelli occupazionali, ha sottolineato Chèrié, “prevediamo che sostanzialmente rimarranno inalterati a regime quando avremo la bioraffineria, fatto salvo il periodo di costruzione in cui ovviamente, come è facilmente immaginabile, ci sarà un incremento dell’indotto per la realizzazione dell’impianto con picchi di circa 1.000 persone nel 2025”. Per il momento continua la marcia di alcuni impianti del ciclo carburanti, mentre sono stati fermati alcuni impianti del ciclo lubrificanti che verranno riutilizzati nel progetto della bioraffinazione. “Abbiamo reso disponibili – ha precisato il direttore – risorse presenti in raffineria altamente qualificate che ulteriormente verranno formate per la realizzazione del progetto”.

“Per la produzione, ha spigato ancora Chèrié, “occorreranno poco più di 500mila tonnellate all’anno di materia prima, materia prima altamente diversificata che arriverà anche dalle nostre agri-hub cioè dalla promozione di filiere agricole su terreni residuali che stiamo sviluppando in Africa assieme alle comunità locali, ma arriverà anche dalla produzione e dal riutilizzo di olii esausti, di grassi animali, di scarti vegetali e di quant’altro questo nuovo mondo di trasformazione energetica ci consentirà di utilizzare per la produzione di biocarburanti”.

Soddisfatte le istituzioni locali

“La raffineria Eni al momento sembra potersi dare un orizzonte temporale molto lungo e proficuo”, ha affermato Salvetti. “Quando un’azienda come Eni – sostiene – investe mezzo miliardo di euro su un territorio vuol dire che su quel territorio crede e su quello imposta il futuro”. Per Giani “è evidente che stiamo subendo delle trasformazioni così forti per quello che riguarda l’alimentazione energetica che non era più possibile pensare a una raffineria fondata su tradizionali idrocarburi, e conseguentemente ecco la trasformazione che mantiene la raffineria, però fondata su quella che è una prospettiva energetica del futuro”.

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Leonardo Testai

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