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20 ottobre 2025

Firenze Fiera, Palazzo Vecchio approva il nuovo patto parasociale

Il Comune rinuncia al diritto di opzione per l’aumento di capitale da 6,35 milioni che sarà coperto dalla Regione Toscana.

La Fortezza da Basso di Firenze

La Fortezza da Basso di Firenze

Il Comune di Firenze ha approvato il patto parasociale di Firenze Fiera, rinunciando al diritto di opzione per l’aumento di capitale da 6,35 milioni di euro che sarà coperto integralmente dalla Regione Toscana. “Il patto parasociale ha una funzione importante perché ha una funzione di coordinamento della società e direi anche una funzione di garanzia per la nostra amministrazione”, ha spiegato in Consiglio comunale Giovanni Bettarini, assessore alle partecipate. A oggi il Comune di Firenze detiene il 9,25% del capitale di Firenze Fiera, quota che lo rende il quarto azionista dopo Regione Toscana (31,95%) Camera di commercio di Firenze (28,76%), Città Metropolitana di Firenze (9,31%).

Con il patto parasociale di Firenze Fiera “i soci pubblici si impegnano a deliberare – ha affermato Bettarini – tramite una procedura che veda il consenso tra i soci pubblici stessi e che garantisca dunque sempre l’interesse pubblico; per quanto ci riguarda, nonostante evidentemente ci sarà una diluizione della nostra partecipazione all’interno della società, avremo una possibilità di esprimere in maniera utile e soprattutto efficace gli interessi e gli indirizzi della nostra amministrazione comunale”. Palazzo Vecchio, ha ricordato l’assessore comunale, “nel corso degli ultimi anni ha investito circa 30 milioni di euro sulla sede Fortezza, della quale è proprietaria per un quarto”.

A giudizio di Bettarini “quello che facciamo in questo momento è avere una società che sarà più capitalizzata, e dove ci sarà un patto parasociale che garantirà la presenza delle istituzioni fiorentine all’interno delle scelte di maggior rilievo. E’ evidente che la Regione acquisisce un peso importante, ma già lo aveva, non si cambiano in maniera sostanziale gli equilibri, tant’è vero che altre importanti istituzioni come la Città Metropolitana, come la Camera di Commercio, come il Comune di Prato e la Camera di Commercio di Prato e Pistoia hanno seguito la nostra stessa linea”. (lt)

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