Immagine realizzata con l'intelligenza artificiale
Le esportazioni in partenza dalla Toscana sono cresciute in valore del 20,2% nei primi nove mesi del 2025, sfiorando i 55 miliardi di euro – secondo i dati diffusi oggi, 11 dicembre, dall’Istat – e arrivando a pesare l’11,5% dell’export nazionale, sempre più vicino al Veneto (12,4%) e all’Emilia-Romagna (13,1%).
Quasi tutti gli altri settori industriali hanno il segno meno
Nel caso della Toscana, però, il risultato – uno dei migliori tra le regioni italiane – è merito di due soli settori: come già accaduto nei trimestri precedenti, sono i farmaci (+112% nel gennaio-settembre 2025 rispetto allo stesso periodo del 2024) e i lingotti d’oro (+81%) prodotti da una manciata di aziende di Arezzo a trainare l’export. Quasi tutti gli altri settori hanno ancora il segno “meno”, a conferma della fase delicata che sta attraversando l’industria, anche se il rallentamento si sta attenuando: -0,5% l’export tessile nei primi nove mesi, -2,6% la pelletteria, -1,7% la carta, -2,5% la meccanica, -4,3% l’estrazione di marmo, -32% i gioielli. Il vino dimagrisce dell’1,5%. I mezzi di trasporto (camper, barche e motorini) fanno +0,8%, i prodotti agricoli segnano +1,6%.
Esplode l’import di materie prime farmaceutiche, che manda in rosso la bilancia commerciale
I farmaci passano da 7,7 miliardi di esportazioni nei primi nove mesi 2024, a 16,4 miliardi nello stesso periodo 2025, più che raddoppiando il valore; ma insieme con l’export dei prodotti finiti esplode anche l’import di materie prime: +190% nei primi nove mesi, passato da 5,8 a 16,9 miliardi di euro. La bilancia commerciale della farmaceutica toscana segna rosso, e indica una dipendenza pesante dalle forniture estere. Sul fronte dei lingotti, invece, il valore delle esportazioni (spinto dalle quotazioni-record dell’oro) passa da 3,8 a 6,8 miliardi di euro, anche se si tratta di un’attività a basso valore aggiunto (che infatti l’Irpet solitamente esclude dalle statistiche).
Raddoppia l’export verso la Svizzera, hub della moda
A far sperare il settore moda è la ripresa dell’export verso la Svizzera, tradizionale hub di smistamento degli articoli di lusso, che segna +102%. Bene anche la Spagna (+85%), i Paesi Opec (+40%) e gli Stati Uniti (+12,5%): per adesso è dunque difficile capire che effetto hanno avuto i dazi decisi da Trump (quelli al 15% sono entrati in vigore il 7 agosto scorso). Confermato il tonfo dell’export verso la Turchia (-45%), che si spiega con la contrazione degli acquisti di semilavorati dal distretto orafo di Arezzo, dopo che tali acquisti si erano impennati grazie al regime fiscale favorevole deciso dal Governo Erdogan
Silvia Pieraccini