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27 maggio 2025

Conciliazione vita-lavoro, il bando della Regione è aperto fino a fine anno

Evento finale del progetto Vlt: sta crescendo la consapevolezza degli impatti positivi sulla competitività delle aziende.

Leonardo Testai
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Resterà aperto fino al prossimo 31 dicembre il bando della Regione Toscana dedicato alle imprese, e diretto all’adozione di piani di welfare aziendale per la conciliazione vita-lavoro, con una dotazione finanziaria di oltre 7 milioni e mezzo di euro a valere sull’Fse 2021/2027. Fino ad ora sono stati finanziati 34 progetti destinati ad oltre 2.800 lavoratrici e lavoratori, mentre altri 19 progetti sono in fase di istruttoria. I dati sono stati resi noti in occasione dell’evento conclusivo del progetto Vita Lavoro Toscana, nato per favorire la diffusione della cultura del welfare aziendale come strumento di conciliazione dei tempi vita-lavoro.

Welfare aziendale nella metà delle imprese

All’evento sono stati presentati i risultati di una ricerca condotta di 400 aziende del territorio, di ogni settore e di ogni dimensione. Più della metà delle imprese toscane dichiara di adottare una misura di welfare aziendale, ma soltanto una su quattro conosce in maniera puntuale la relativa normativa e gli incentivi fiscali previsti. L’84% prevede interventi di flessibilità oraria, il 72% il ricorso al part-time, e il lavoro a distanza trova diffusione nel 42% delle aziende. Soltanto il 19% delle società accorda benefit per gli spostamenti casa-lavoro. La dimensione è fondamentale: l’88% delle grandi imprese adotta misure di conciliazione da lavoro contro il 35% delle micro.

A Vlt hanno lavorato in partnership i livelli regionali di Confartigianato Imprese (capofila), Cna, Confindustria, Confcommercio, Confcooperative, Agci, Confederazione Italiana Agricoltori e Cgil, con il supporto di Cisl, Uil, Coldiretti, Confapi, Confesercenti, e il patrocinio di Unioncamere Toscana e delle Camere di commercio territoriali. “La competitività delle imprese – affermano i rappresentanti del partenariato – passerà sempre più dalla qualità del lavoro e dal benessere delle persone e che, queste, potranno essere fortemente correlate all’adozione di azioni di conciliazione vita-lavoro e a strumenti di welfare. Dalle testimonianze raccolte è chiaramente emerso che fare conciliazione è possibile ma non sempre è facile, soprattutto per alcune realtà aziendali e per le imprese più piccole. E’ emerso anche che fare conciliazione, può essere alla portata di molte aziende e non richiede, necessariamente, grandi investimenti”.

“Un vantaggio per imprese e lavoratori”

Leit-motiv degli incontri del progetto Vlt è stato proprio il concetto secondo cui la conciliazione vita-lavoro non solo è un vantaggio per il lavoratore (e la lavoratrice, perché i suoi strumenti aiutano soprattutto le donne, più attente alla cura della casa e della famiglia), ma è anche un fattore di competitività. “La conciliazione si inserisce nel funzionamento del mercato del lavoro – ha spiegato Stefano Casini Benvenuti, economista ed ex direttore dell’Irpet – rendendo più agevole la possibilità di incrociare domanda e offerta. E questo è un vantaggio ovviamente per i lavoratori, perché alcuni lavoratori in questo modo possono accedere al mercato del lavoro avere un lavoro; ma anche per le imprese, perché le imprese attingono ora a un bacino che è piuttosto ristretto”.

Infatti, osserva Casini Benvenuti, “un paese che invecchia, un paese con pochi giovani che entrano nel mondo del lavoro, ha un bacino ristretto, per cui si spiega così anche quello strano fenomeno dell’aumento del tempo indeterminato: le imprese spesso, per tenersi i lavoratori o per acquisirne di nuovi, cercano di dare condizioni più favorevoli, quindi la conciliazione serve anche a questo, quindi è un tema che riguarda una questione sociale, ma anche una questione di funzionamento del mercato del lavoro. La conciliazione vita-lavoro fidelizza maggiormente il lavoratore all’impresa, e fidelizzando il lavoratore dà anche un rendimento più elevato, quindi c’è anche una maggiore produttività”.

“I risultati confermano le motivazioni della scelta”

La consapevolezza – più fra le grandi che non fra le piccole – cresce. “Le politiche di welfare stanno assumendo un ruolo strategico nelle strategie aziendali – ha sottolineato Sara Pucci (Confindustria), che ha curato l’indagine rivolta alle aziende -, tanto che il 70% delle imprese dichiara di adottarle o di volerle adottare proprio spinte da scelte aziendali, o supportate da contratti nazionali. Non sempre vengono fatte valutazioni effettive sui benefici dell’adozione di queste misure, ma laddove esistono i risultati confermano le motivazioni che hanno spinto ad introdurle: quindi è migliorato il clima aziendale, i lavoratori sono maggiormente fidelizzati e tendono a non cercare altrove altre opportunità di lavoro, migliora l’attrattività dell’azienda e migliora la produttività”.

Secondo Eugenio Giani, presidente della Regione, il progetto Vlt “si inserisce in un modello Toscana di welfare, che con i nidi gratis, i libri gratis, la vita indipendente, progetti di inclusione per i caregiver, e tutta un’altra serie di dimensioni, di misure proprio sul piano del lavoro, dà alla Toscana un profilo che è di assoluta avanguardia nel welfare, e in questo caso nel welfare aziendale”. Per il governatore “dalla lavanderia alla flessibilità degli orari di lavoro, alla conciliazione fra smart working e presenza, alla possibilità di vivere la dimensione del pasto, e il fatto di rendere una condizione di maggiore benessere nello svolgimento delle proprie funzioni, si attua quello che è l’articolo 4 della Costituzione, laddove il lavoro si definisce come elemento per concorrere al progresso materiale e spirituale della società”.

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Leonardo Testai

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