Lo stabilimento Venator a Scarlino (Grosseto)
E’ una firma, quella apposta alle ore 13 di lunedì 29 dicembre, che per l’industria chimica italiana, e per la Maremma bisognosa di sviluppo, vale un tesoro. Con quella firma la Nuova Solmine di Scarlino (Grosseto), azienda a capitale italiano leader nella produzione e commercializzazione di acido solforico guidata dal presidente Luigi Mansi, ha acquisito – tramite la newco Soltiox – lo stabilimento e i 193 dipendenti di Venator Italy, filiale della multinazionale inglese produttrice di biossido di titanio, che si trova nella stessa area industriale del Casone di Scarlino e che è il suo principale cliente, finito in crisi da oltre due anni.
Un’operazione di filiera
L’operazione “di filiera”, annunciata il 2 dicembre scorso al ministero delle Imprese e del Made in Italy, si è conclusa con la soddisfazione non solo del compratore, ma anche del venditore, secondo quanto dichiarato ora dai rappresentanti di Venator. Il valore della transazione si aggira sui cinque milioni di euro, ai quali Nuova Solmine aggiungerà una quarantina di milioni per il rilancio di Venator, tra investimenti e capitale circolante.
Venerdì 2 gennaio Venator riprende l’attività
I tempi della ripartenza saranno strettissimi: venerdì 2 gennaio si riaccendono le macchine. Mansi non crede al proverbio “Né di Venere né di Marte non si sposa e non si parte, né si dà principio all’arte”, ed è impaziente di riprendere l’attività. Per adesso partirà la prima linea di produzione del biossido di titanio e saranno impiegati circa 130 addetti, che poi saliranno con la ripartenza delle altre due linee fino a reimpiegare tutti i 193 dipendenti rimasti. Anche la rete vendita per il biossido di titanio è quasi completata, e Nuova Solmine è fiduciosa nella ripresa del mercato (a regime, tra due-tre anni, punta a produrre 60mila tonnellate con 180-200 milioni di fatturato). Un fornitore (italiano) che compra un cliente (inglese) non si vede tutti i giorni: “È un ritorno al business degli anni Settanta – ha spiegato Mansi – quando l’acido solforico e il biossido di titanio appartenevano a un unico gruppo, Montedison”. Ora il produttore leader c’è di nuovo, e sta in Maremma.
Silvia Pieraccini