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Territorio

26 novembre 2024

Area Punto Zero: il distretto manifatturiero e tecnologico di Grosseto

E’ in fase di ulteriore crescita e coniuga lo sviluppo industriale della città toscana alla riqualificazione di una zona alla periferia del capoluogo maremmano.

Carlo Pellegrino
Alcune imprese che hanno sede nell'Area Punto Zero.

Alcune imprese che hanno sede nell'Area Punto Zero.

Qualcuno, concedendosi una licenza poetica, è arrivato a chiamarla Silicon Valley di Grosseto. Definizione ovviamente un po’ forzata, ma che in qualche modo rende l’idea: una città da sempre povera di attività industriali aspira a dotarsi di un distretto manifatturiero e tecnologico. Obiettivo duplice: da una parte un’opportunità economica con la creazione di posti di lavoro in un capoluogo storicamente sostenuto dal turismo, dall’agricoltura e dai servizi. Dall’altro riqualificare l’area tra via Genova e via Senese, alla periferia di Grosseto.

Il fine: creare qualcosa di nuovo

Area Punto Zero è un nome che racconta la volontà di creare qualcosa di nuovo. E’ l’idea che ha mosso la delegazione di Grosseto di Confindustria Toscana Sud, ormai quattro anni fa. “Il progetto lo abbiamo elaborato tra il 2020 e il 2021 – ricorda il responsabile Giovanni Mascagni – con un masterplan che contiene elementi di innovazione e trasformazione per quest’area. Logistica, formazione, servizi, ma anche aggregazione e ovviamente sviluppo sostenibile sono i temi centrali, per coniugare dinamiche d’impresa e socialità”. Area Punto Zero aspira quindi a imporsi come un polo produttivo di nuova generazione: “Perché i tempi sono cambiati – riflette Mascagni – i luoghi di lavoro non possono essere più realtà lontane dai centri abitati, ma ambienti digitalizzati in cui la componente intellettuale va valorizzata perché rappresenta un valore aggiunto. Area Punto Zero sarà aperta a qualsiasi iniziativa imprenditoriale”.

Ecco come è nato il progetto

Nel polo di via Genova da tempo le imprese stanno crescendo. A ideare il progetto Area Punto Zero assieme a Confindustria sono state Elmu, Eurovinil, Fluxinos, Maremmana Ecologia, Noxerior, Rrd, Tecnoseal e Toscano. “Queste aziende – ricorda Mascagni – investono in maniera importante creando lavoro buono, qualificato e stabile. Perché capaci di affacciarsi nei mercati globali con competenze di alto livello, visione manageriale e dinamismo”. E’ un polo produttivo da oltre 300 dipendenti e da oltre cento milioni di fatturato, oltre a un indotto stimato con una cinquantina di posti di lavoro.

Chi sono le imprese che lo hanno ideato

Elmu è un esempio dell’evoluzione tecnologica applicata alla metalmeccanica: è specializzata nella tornitura e fresatura di varie tipologie di materiali, sia su disegno che a campione. Eurovinil è una storica azienda grossetana, leader nello studio, nella progettazione e nella realizzazione di articoli pneumatici per marina, nautica da diporto e forze armate: dalle zattere di salvataggio ai tender, dai kayak ai giubbini. Restando in mare aperto, Tecnoseal è leader nella produzione di anodi sacrificali per la protezione catodica nei settori della nautica da diporto, navali, applicazioni offshore e industriali e da oltre 30 anni nella fonderia vengono realizzati prodotti in lega di zinco, alluminio e magnesio. Poi c’è Novair Noxerior Gas Systems che esporta in 130 paesi del mondo generatori per la produzione di ossigeno e di azoto destinati a usi molto variegati (industria alimentare, elettronica, chimica, petrolio e gas, produzione di acciaio e di energia, automobile, aerospaziale). In via Genova c’è anche un pezzo di storia della città, la Sartoria Toscano nata sulle ceneri della storica azienda tessile Mabro. In pochi anni Toscano ha saputo creare un brand che punta su abiti di gamma medio-alta. Presto, nel settore dell’abbigliamento, potrebbe essere affiancata dalla Rrd. La Roberto Ricci Design sembra infatti destinata a trasferirsi ad Area Punto Zero: è un’altra azienda che affonda le sue radici nel mare (nel 1994 nacque producendo tavole da surf) per poi crescere e specializzarsi nella produzione di capi e accessori sia per lo sport acquatico che per il tempo libero.  Entrata in possesso dei capannoni ex Mabro, sono attualmente in fase di valutazione i progetti per il trasferimento. Se Fluxinos e Maremmana Ecologia non fanno più parte del progetto dopo essersi spostate in altre zone, nell’area è stato invece realizzato un importante investimento immobiliare per la creazione di un polo logistico utile per vettori che si occupano di logistica per possibili player internazionali.

Lo sviluppo urbanistico

Quando le aziende e Confindustria lo lanciarono, il progetto piacque subito al Comune di Grosseto, alla Regione Toscana e alla Camera di Commercio. Quel masterplan piano piano sta prendendo forma e a febbraio la Regione ha approvato la richiesta di finanziamento avanzata dal Comune di Grosseto per un finanziamento da un milione e 300mila euro stanziati con i fondi dal Piano di sviluppo e coesione del Governo Meloni. Servirà ancora tempo, ma la creazione di questo piccolo distretto industriale sta diventando realtà. Oltre a migliorare la funzionalità e i servizi per le aziende saranno curati anche l’aspetto estetico con la realizzazione di aree verdi e la viabilità. La realizzazione dell’attesa rotatoria, per rendere più agevole l’accesso in via Genova, sarò il primo passo.

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Carlo Pellegrino

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