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23 maggio 2024

Vino: Villa Calcinaia festeggia 500 anni investendo su olivi e ospitalità

L’azienda vinicola dei conti Capponi, che produce 100mila bottiglie all’anno, progetta il restyling della villa padronale e di altri casali.

Silvia Pieraccini

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La Fattoria di Villa Calcinaia a Greve in Chianti

La Fattoria di Villa Calcinaia a Greve in Chianti

Sono passati esattamente 500 anni da quando – era il 23 maggio 1524 – Niccola di Andrea Capponi comprò “quattro poderi con casa da signore” in località Calcinaia, nella valle del fiume Greve a Greve in Chianti, con l’idea di diversificare le attività mercatili della nobile famiglia fiorentina. Da quell’acquisto si è sviluppata nei secoli la Fattoria di Villa Calcinaia, 215 ettari biologici, di cui 31,5 a vigneto nella denominazione del Chianti Classico, che ancora oggi i conti Capponi guidano producendo vino e olio.

Una lunga storia familiare

Il cinquecentenario dell’azienda è stato festeggiato proprio oggi, 23 maggio, con un evento che ha ripercorso la lunga storia familiare che s’intreccia con quella del Chianti Classico e con la storia di Firenze, narrata dai fratelli Sebastiano, Niccolò e Tessa Capponi, 37esima generazione. Nell’occasione sono stati presentati anche i vini dell’azienda. Se il passato è ricco e avventuroso, per il futuro Villa Calcinaia guarda all’olio e all’ospitalità: “Vogliamo ampliare la superficie olivicola – spiega Sebastiano Capponi – continuando a fare l’olivicoltura tradizionale, anche se è considerata non remunerativa. Sono certo che l’olio extravergine di questo territorio potrà avere un grande futuro se si faranno conoscere le sue proprietà benefiche”. L’obiettivo è passare dalle attuali 1.600 piante di olivo a 2.500-3.000 piante, da cui si ricava olio extravergine Dop Chianti Classico. Sul fronte vinicolo, invece, Villa Calcinaia ha in programma alcuni reimpianti con cloni propri, sempre nell’ottica di migliorare la qualità, e sta lavorando per ottenere il riconoscimento di Occhiorosso, un vitigno raro e tradizionale nel territorio di Lamole. la famiglia continua infatti a investire nella ricerca del genoma delle viti aziendali e nella conservazione della cultura enologica della zona.

Ora l’azienda investe sull’ospitalità

Ma è sul terreno dell’ospitalità che sono in gestazione i progetti più corposi. Innanzitutto la ristrutturazione del piano nobile della villa padronale, 800 metri quadrati che richiederanno un investimento di almeno 1,2 milioni di euro per ricavare sette suite; poi la ristrutturazione di altri casali sparsi nella proprietà a fini turistici, che si aggiungeranno agli esistenti che oggi accolgono 33 posti letto; e infine la creazione di una sala-eventi che si affianca a quelle per degustazioni. In via di progettazione anche un impianto fotovoltaico da installare sul tetto di alcuni capannoni per il rimessaggio degli attrezzi, per rendere l’azienda autosufficiente sul fronte elettrico. Nel 2023 Villa Calcinaia ha fatturato più di 1 milione di euro dal vino, con circa 100mila bottiglie vendute al 66% all’export. Con le altre attività aziendali i ricavi sono arrivati a 1,3-1,4 milioni di euro.

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Silvia Pieraccini

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