L’empasse nelle principali coalizioni mantiene in una situazione di stallo la partita delle elezioni regionali in Toscana: se il centrodestra ancora non scioglie la riserva sul nome del sindaco di Pistoia Alessandro Tomasi, in attesa che il tavolo nazionale trovi la quadra sulle candidature nelle regioni chiamate al voto, il centrosinistra mostra lacerazioni anche all’interno dei partiti che compongono – o dovrebbero comporre – la coalizione. Per questo motivo il presidente uscente Eugenio Giani, dopo un solo mandato da governatore, non è ancora stato investito del ruolo ufficiale di candidato, a meno di cento giorni dalla data annunciata del voto (il 12 ottobre).
La Cisl chiede di rompere gli indugi (con Giani e Tomasi)
Lo stallo in entrambi i poli comincia a preoccupare gli stakeholder che vorrebbero confrontarsi sui temi, più che sui posizionamenti dei singoli. “Ci stanno scippando la campagna elettorale”, ha tuonato la Cisl. “C’è chi ha scelto un candidato, ma ancora non l’ha ufficializzato – ha osservato la segretaria generale toscana, Silvia Russo – e chi il candidato ce l’avrebbe già prontissimo, scalpitante e, sondaggi alla mano, molto apprezzato, ma continua a rimuginare. E il tempo passa. I cittadini però hanno necessità di conoscere prima di scegliere. E se la campagna elettorale si ridurrà a poche settimane ci sarà spazio solo per la zuffa da pollaio”.
Gli altri due sindacati confederali sembrano anche aver già effettuato una precisa scelta di campo, e di candidato. “Accogliamo positivamente la proposta del Governatore Eugenio Giani per aprire un confronto per la Toscana del futuro”, ha affermato Paolo Fantappiè, segretario generale della Uil Toscana, secondo cui “la situazione attuale è preoccupante sia dal punto di vista industriale che occupazionale, con il ridimensionamento della manifattura, dell’industria e la crisi dell’artigianato e della moda. Dobbiamo aspirare ad un processo che porti lavoro di qualità, sicuro e ben pagato”. Fantappiè propone anche “un’integrazione salariale per dare un’opportunità concreta di reinserimento nel mondo lavorativo, oltre ad un fondo per evitare il fenomeno della fuga dei cervelli, investendo in innovazione e digitalizzazione”.
Ancora più esplicita la Cgil Toscana, che parte dagli esiti, lusinghieri per Giani, del Governance poll del Sole 24 Ore, osservando che ci sono “questioni di merito e di scelte politiche e programmatiche messe in atto che hanno contribuito al rafforzamento progressivo del consenso”, dalla legge sui consorzi industriali a quella sul fine vita, dalle risorse per la sanità pubblica alle prese di posizione sulla questione palestinese. Dunque “l’invito e le proposte di merito” che Giani ha avanzato “per la costruzione di un tavolo programmatico – spiega il segretario generale Rossano Rossi – che coinvolga le forze politiche progressiste, assieme alle organizzazioni sindacali ed alle associazioni, per confrontarsi sul programma per le prossime ed imminenti elezioni regionali, va nella giusta direzione”.
La sinistra radicale chiede discontinuità
Sui temi, l’idea dibattuta fra i partiti rimane quella di una ulteriore sterzata a sinistra: per il segretario regionale di Sinistra Italiana, Dario Danti le proposte di Giani su reddito sociale e acqua pubblica “raccolgono due punti fondamentali del programma da noi proposto”, ma “abbiamo ancora altri temi da sottoporre alla coalizione: sanità pubblica, stop alle infrastrutture inutili, tutela del paesaggio e dell’ambiente. Vogliamo altri segnali di discontinuità”. A proposito di infrastrutture inutili, per esempio, secondo Danti “il rigassificatore deve andar via da Piombino”, e rientrano in questa categoria anche “gli assi viari a Lucca”.
Le prese di posizione dei sindacati, ma anche di altri attori come il Forum regionale del Terzo Settore, si aggiungono al fuoco di fila quotidiano di dichiarazioni di circoli, sindaci e dirigenti del Pd a favore della ricandidatura di Giani: il quale a breve vedrà la leader del Pd Elly Schlein, forse già sabato 12 in occasione di un convegno a Roma sul tema del lavoro. Proprio Schlein e i suoi fedelissimi, fra cui il segretario regionale Emiliano Fossi, il deputato toscano Marco Furfaro e il responsabile nazionale organizzazione Igor Taruffi, nicchiano sul nome di Giani, che entusiasma poco sia il M5s – con cui Schlein vuole costruire un’alleanza solida a livello nazionale – sia gli ex Ds che ora si collocano sia nel Pd che in Sinistra Italiana e che vogliono una discontinuità rispetto al riformista Giani.
Le divisioni sono nel Pd, ma anche all’interno di Avs, dove mentre l’anima-Si è poco entusiasta della candidatura di Giani, i Verdi hanno mostrato maggiore apertura sia attraverso il leader nazionale Angelo Bonelli sia attraverso il coportavoce regionale Eros Tetti. I prossimi giorni saranno decisivi per Giani, che ha messo a disposizione la sua ricandidatura e ha irrigidito le posizioni di chi non lo vorrebbe in corsa: se i partiti non dovessero accordarsi sul suo nome – rimane sullo sfondo il nome di Fossi come possibile candidato – è difficile, ma non impossibile che Giani possa creare una sua lista civica per una corsa solitaria nel tentativo di arrivare al ballottaggio. La legge elettorale toscana infatti prevede la vittoria al primo turno soltanto con raggiungimento del 40% + 1 dei voti riportati.
Leonardo Testai