La scadenza della presentazione delle liste a sostegno dei candidati a presidente della Regione Toscana, alle 12 del 13 settembre, cioè a un mese dalle elezioni regionali, ha assorbito le energie dei partiti nell’ultima settimana. La scadenza era tassativa anche per la raccolta delle firme a cui erano vincolate le liste non rappresentate in Consiglio regionale: ostacolo superato da Toscana Rossa, che sostiene la candidatura dell’ex consigliera comunale fiorentina Antonella Bundu, con una lista che riunisce Rifondazione Comunista, Potere al Popolo e Possibile. Erano vincolati alla raccolta delle firme, fuori dagli schieramenti principali, anche Hubert Ciacci (Democrazia Sovrana e Popolare), Carlo Giraldi (Forza del Popolo) ed Enrico Zanieri (Partito Comunista Italiano).
Listino bloccato per Pd e Lega
Per alcuni dei principali partiti la formazione delle liste non è stata un processo indolore. Nel Partito Democratico a queste regionali per la prima volta viene presentato un listino bloccato, previsto dalla legge elettorale toscana: ossia una lista regionale (“bloccata”, ossia senza la possibilità di esprimere preferenze specifiche) di massimo tre candidati che saranno i primi ad essere eletti, sulla base dei seggi spettanti a ciascuna lista. I candidati scelti dal Pd per il listino sono l’attivista disabile Iacopo Melio, il sindaco di Montignoso Gianni Lorenzetti e la pistoiese Simona Querci. Ma anche nei singoli collegi la scelta dei candidati ha suscitato spesso polemiche fra le varie anime Dem.
Fratelli d’Italia ha patito le conseguenze del caso Cocci a Prato: l’ex consigliere comunale ha fatto un passo indietro, mentre l’ex collega Claudio Belgiorno, accusato di aver partecipato al ricatto nei suoi confronti, è uscito dal partito. Nel collegio della città laniera sarà dunque capolista la deputata Chiara La Porta, responsabile organizzazione del partito a livello regionale: in caso di elezione rinuncerà al seggio alla Camera. Nella Lega infine è andata in scena una resa dei conti fra la vecchia guardia legata all’eurodeputata Susanna Ceccardi e i ‘nuovi’ vicini a Roberto Vannacci, ora vicesegretario nazionale. Uno scontro vinto dall’ex generale, che ha ottenuto la maggioranza dei capilista, e ha piazzato Massimiliano Simoni nel listino bloccato.
Giani avanti nei sondaggi, Tomasi insegue
I due principali candidati, l’uscente Eugenio Giani per il centrosinistra e lo sfidante Alessandro Tomasi per il centrodestra, hanno continuato nel frattempo la loro campagna elettorale sul territorio, in una corsa verso il voto del 12-13 ottobre che vede il primo in vantaggio nei sondaggi fin dall’inizio: l’ultima rilevazione, effettuata dall’Istituto Noto, vede il portabandiera del ‘campo largo’ al 57% delle intenzioni di voto, contro il 39% del sindaco di Pistoia. Per le iniziative di sostegno arriveranno leader nazionali: Elly Schlein ha già supportato Giani all’Isola d’Elba, mentre la premier Giorgia Meloni potrebbe venire in aiuto di Tomasi verso fine mese. Quasi nulle le schermaglie fra i due candidati negli ultimi giorni, in attesa dei confronti pubblici.
I Comuni chiedono un ruolo centrale
Per il momento Giani e Tomasi sono i destinatari di appelli e manifesti per la Toscana del futuro. Dopo il manifesto per la reindustrializzazione stilato da Marco Buti, Stefano Casini Benvenuti e Alessandro Petretto, Anci Toscana ha presentato le sue dieci priorità, partendo da un rafforzamento del ruolo dei Comuni come attori centrali nelle politiche regionali, con concertazione, co-programmazione e convenzioni operative. Fra gli altri temi toccati, la nuova programmazione post-2027 dei fondi Ue e la difesa delle Politiche di Coesione; investimenti per la prevenzione del rischio idrogeologico; revisione della Legge regionale 65 sul governo del territorio; contrasto all’emergenza abitativa con più Erp e housing sociale; nuovo patto per il rilancio produttivo; potenziamento delle infrastrutture viarie e ferroviarie; politiche contro lo spopolamento delle aree interne; rafforzamento della sanità territoriale; politiche per il lavoro, la casa e la mobilità dei giovani.
“Fra Pnrr e fondi di coesione fino ad oggi i soldi per gli investimenti non sono stati un problema, e la Regione ha fatto ottimamente la sua parte”, ha sottolineato Simone Gheri, direttore di Anci Toscana, secondo cui “con la fine del Pnrr, quindi post-2027, ci potrebbe essere un problema anche sugli investimenti, e quindi chiediamo che la Regione continuo in questa politica di sostegno ai Comuni sugli investimenti”.
Dalla Uil un appello per il rilancio dei consumi interni
La Uil Toscana, a sua volta, ha diffuso un documento con 15 punti per i futuri governanti regionali, dipingendo il ritratto di una Toscana che “tra crisi industriale – osserva il sindacato -, calo dei consumi, difficoltà nei settori strategici e lavoro sottopagato, necessita di una svolta significativa. Diventa prioritario creare lavoro stabile e di qualità, con salari dignitosi, capace di restituire prospettive concrete ai lavoratori e garantire uno sviluppo equilibrato e sostenibile per l’intero territorio regionale”.
Al vertice delle priorità, il rilancio dei consumi interni attraverso un patto fra le parti sociali, estendendo “l’applicazione dei contratti aziendali, integrativi, di filiera e territoriali, oggi presenti solo nel 23% delle imprese toscane”, e combattendo il lavoro povero, il dumping salariale negli appalti e nei subappalti, la precarietà e i part-time involontari. Per le risorse destinate alle imprese serve una programmazione mirata, afferma la Uil, investendo “in quei settori che possono realmente garantire sviluppo e futuro, come l’industria, l’artigianato, la digitalizzazione e la transizione ecologica”, col vincolo del mantenimento dei livelli occupazionali e il contrasto alla delocalizzazione. Ma il sindacato chiede anche politiche che favoriscano aggregazioni, reti d’impresa e filiere produttive solide.
Leonardo Testai