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26 novembre 2025

Turismo, il 2025 si chiude in calo (-2%). Bene solo hotel 5 stelle e affitti brevi

Le stime dell’Irpet sui primi nove mesi dell’anno. Anche l’occupazione nel settore non cresce più.

Silvia Pieraccini
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Sarà un 2025 poco brillante per il turismo toscano, almeno a stare al numero dei pernottamenti (cioè le “presenze”) negli alberghi e nelle strutture extralberghiere. Tutta colpa del calo degli italiani (-4,5%), non compensato dall’incremento degli stranieri (+0,4%). Il risultato finale dà una flessione vicina al 2% (-1,9%).

L’anno in calo segue un 2024 di stagnazione

I dati, stimati dall’Irpet (l’Istituto regionale per la programmazione economica della Toscana), si riferiscono ai primi nove mesi dell’anno e sono “depurati” dalle strutture ricettive che, nonostante l’obbligo in vigore, non hanno comunicato alle questure i dati degli ospiti presenti in almeno uno dei mesi del 2024 e del 2025 (quest’anno queste strutture inadempienti sono il 30%!). La flessione del 2025 segue un 2024 stabile, chiuso con 15 milioni di arrivi e 46 milioni di presenze.

I prezzi alti hanno fatto preferire mète mediterranee meno care

Quest’anno hanno sofferto gli alberghi (-5,1%) e un po’ meno le strutture extralberghiere della regione (-0,7%) con due eccezioni: crescono le locazioni turistiche brevi e gli hotel a cinque stelle. Sono andate meglio le città d’arte, grazie all’aumento degli stranieri, mentre hanno accusato contrazioni le località balneari (-6%) soprattutto per il calo dei toscani (-8%), ma anche dei turisti da altre regioni italiane e degli europei. “Negli ultimi due anni sembra emergere un problema di competitività soprattutto nei segmenti di domanda sensibili alla variabile prezzo – scrive l’Irpet – fenomeno accentuato dall’inflazione, dalla stagnazione dei redditi e dalla crescita di destinazioni mediterranee alternative con livelli di prezzo più favorevoli“. Cresce la montagna, che però pesa poco, e si “salva” la campagna (+0,9%), spinta dai mercati extraeuropei.

Male i tedeschi, bene i cinesi

Riguardo alla provenienza dei flussi, calano gli italiani, ma anche i tedeschi penalizzati dalla crisi economica. Cresce invece l’Asia (+15%), trainata in particolare dalla Cina, che supera i livelli pre-pandemia; bene l’Africa (+10%), il Centro-Sud America (+7,6%) e il Nord America (+5,7%). Rilevante l’aumento dei flussi dall’Europa dell’Est (+5%), trainati da Romania e Polonia, che contribuiscono insieme alla Francia alla sostanziale tenuta dei mercati continentali.

“L’analisi del contributo dei primi 30 mercati di origine, che rappresentano oltre il 90% delle presenze complessive, conferma la debolezza del turismo domestico e la contrazione dei mercati centro-europei – scrive Irpet – con impatti rilevanti soprattutto sulle destinazioni balneari e collinari”.

L’occupazione nel turismo non cresce più

La crescita dell’occupazione nel settore turistico, che aveva caratterizzato i due anni precedenti, si è fermata. Gli avviamenti al lavoro nei primi nove mesi dell’anno si riducono del -2,3% rispetto allo stesso periodo del 2024, “una dinamica coerente con l’andamento delle presenze turistiche”.

I consumi turistici pre-pandemia non sono stati ancora raggiunti

Le stime Irpet indicano che ancora oggi la Toscana non ha eguagliato, in termini reali, il livello di consumo turistico complessivo precedente la pandemia. “La recente perdita di spinta della domanda turistica pone dunque nuove sfide – afferma l’istituto di ricerca -. In un quadro geopolitico ed economico mutevole e non privo di tensioni, il futuro del turismo si giocherà sul fronte dell’innovazione di prodotto e di processo all’insegna della digitalizzazione, dell’aumento della produttività e dell’attenzione alla sostenibilità ambientale e sociale”.

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Silvia Pieraccini

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