La sede del consolato americano a Firenze, sul lungarno Vespucci
“Troppa burocrazia, troppa politica, alti costi e poca attenzione agli interessi fondamentali dell’America”. Per questo motivo Marco Rubio, a capo del Dipartimento di Stato americano, ha annunciato un piano di riorganizzazione degli uffici che porterà alla chiusura di diverse ambasciate e sedi diplomatiche, tra cui il consolato americano a Firenze che ha competenza su Toscana e Emilia Romagna (eccetto Parma e Piacenza). La console generale Daniela Ballard, arrivata a Firenze nel 2023, si prepara dunque a lasciare lo storico Palazzo Calcagnini sul lungarno Vespucci, di proprietà del Governo Usa.
18 dipendenti italiani e tre diplomatici
Istituito nel 1819, e dunque con una storia lunga più di due secoli, il consolato generale degli Stati Uniti di Firenze – che secondo quanto indicato sul sito Internet conta 18 dipendenti italiani e tre diplomatici americani – è il più piccolo della Missione diplomatica degli Stati Uniti in Italia, che comprende l’Ambasciata americana a Roma e i consolati generali di Milano e di Napoli.
Costi saliti alle stelle
“La burocrazia dilagante ha creato un sistema più legato a un’ideologia politica radicale che alla promozione degli interessi nazionali fondamentali dell’America”, ha dichiarato Rubio in una nota. “Nella sua forma attuale, il Dipartimento è gonfio, burocratico e incapace di svolgere la sua missione diplomatica essenziale in questa nuova era della grande concorrenza del potere”, ha aggiunto. Per poi concludere: “Negli ultimi 15 anni, l’impronta del dipartimento ha avuto una crescita senza precedenti e i costi sono saliti alle stelle. Ma lungi dal vedere un ritorno sugli investimenti, i contribuenti hanno visto una diplomazia meno efficace e efficiente”.
La riorganizzazione del Dipartimento di Stato Usa
Dunque si cambia, con una chiusura che per Firenze non sarà senza conseguenze. Secondo quanto appreso, il dipartimento di Stato prevede di chiudere 132 uffici, compresi quelli per i diritti umani, per i diritti delle donne nel mondo, su diversità e inclusione e sulla prevenzione dei crimini di guerra, mentre ne verranno creati di nuovi come quello per le minacce emergenti.
Silvia Pieraccini