L’obiettivo è definire sul territorio regionale le zone di accelerazione per gli impianti fotovoltaici e gli impianti di stoccaggio dell’energia elettrica da fonti rinnovabili co-ubicati, le opere connesse e le infrastrutture indispensabili alla costruzione e all’esercizio degli stessi impianti.
Sarebbero zone di accelerazione le aree a destinazione industriale, le coperture degli edifici, i siti dove sono già installati impianti della stessa fonte, le aree all’interno dei porti e degli interporti; i siti e gli impianti nelle disponibilità delle società del gruppo Ferrovie dello Stato italiane, i siti delle società di gestione aeroportuale, i parcheggi nei quali si intende installare moduli fotovoltaici posizionati su pensiline o tettoie; le discariche chiuse anche se ripristinate. Mentre sarebbero escluse dalle zone di accelerazione le aree a qualsiasi titolo protette per scopi di tutela ambientale.
Il legame con le zone di idoneità assoluta
Il “Piano di individuazione delle zone di accelerazione terrestri per gli impianti a fonti rinnovabili e gli impianti di stoccaggio dell’energia elettrica da fonti rinnovabili”, che è stato illustrato dall’assessore regionale alla transizione ecologica Monia Monni in Consiglio regionale toscano, non comporterebbe “l’attivazione di risorse finanziarie”, come spiega la stessa Regione Toscana. Stabilisce invece “un cronoprogramma e si specifica che venga riesaminato periodicamente, e eventualmente modificato, per tenere conto del monitoraggio sugli obiettivi di conversione energetica”.
“Per quanto questi impianti siano un presupposto strategico per lo sviluppo della nostra regione” spiega l’assessore regionale alla transizione ecologica Monia Monni, “la loro diffusione va armonizzata, eliminando gli elementi di conflitto con gli altri usi del suolo, agricoltura, paesaggio, biodiversità”. “Individuiamo come zone di accelerazione quelle che la legge regionale”, aggiunge ancora, “avrebbe individuato come zone a idoneità assoluta, dove potenzialmente il conflitto è molto più basso, le industriali, i porti, i tetti”.
Il portavoce dell’opposizione in Consiglio regionale toscano Alessandro Capecchi controbatte: “ci si limita, sostanzialmente, ad individuare le aree di accelerazione per gli impianti fotovoltaici nelle aree di idoneità assoluta individuate nella bozza esaminata nella commissione congiunta sviluppo economico e rurale e territorio e ambiente”. (redtm)