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Industria

20 giugno 2024

Tregua su Amadori, un addio con garanzie (anche per gli avventizi)

L’azienda conferma di voler chiudere Avi.Coop a Monteriggioni ma si impegna su buonuscite e outplacement.

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Una sostanziale buonuscita per i lavoratori a tempo determinato – 180 su 200 -, un servizio di outplacement per ritrovare occupazione, e un impegno per favorire la reindustrializzazione dello stabilimento: al tavolo con istituzioni e sindacati Amadori conferma la volontà di chiudere il sito Avi.Coop di Monteriggioni, ma con l’apertura dell’azienda a misure di mitigazione dell’impatto il confronto istituzionale proseguirà. Tanto che i sindacati hanno annullato lo sciopero a Cesena, davanti alla casa madre Amadori, annunciato per il 20 giugno all’indomani dell’annuncio su Monteriggioni.

Il confronto è ripartito riconoscendo le condizioni di particolare fragilità dei lavoratori avventizi, che nei mesi scorsi hanno lavorato e riscosso un giorno e mezzo di paga alla settimana e che risultano del tutto privi di tutele. Per essi è stata pensata l’erogazione di una mensilità aggiuntiva equivalente a uno stipendio pieno dell’epoca precedente la crisi di domanda della carne di tacchino – fattore all’origine della decisione di chiudere lo stabilimento in provincia di Siena -, come forma di ristoro per la contrazione di stipendio subita.

Il 27 giugno l’incontro per la reindustrializzazione

Sempre per gli avventizzi si prevede per i prossimi 7 mesi il pagamento di 18 giornate lavorative, superiori a quelle lavorate nei mesi di crisi ma anche maggiori di quelle previste dal minimo di contratto. L’azienda si impegna poi a pagare il servizio di outplacement per ciascuno dei lavoratori a tempo determinato. Amadori si impegna quindi a favorire la reindustrializzazione del sito attraverso misure concrete che saranno discusse al tavolo istituzionale il prossimo 27 giugno.

“Mi preme sottolineare le tutele riconosciute agli avventizi – ha dichiarato il consigliere per lavoro e crisi aziendali del presidente della Regione Toscana, Valerio Fabiani -, personale che altrimenti ne è privo: ancora una volta la Regione è dalla parte dei lavoratori a tempo determinato e senza tutele. Adesso il lavoro prosegue sui dipendenti a tempo indeterminato e sulla reindustrializzazione del sito, che per quel territorio è fondamentale”. (lt)

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