Fatturato e utili in calo, ma la marginalità positiva si consolida: è il bilancio del gruppo Piaggio alla metà del 2025, secondo il rendiconto semestrale approvato dal Cda dell’azienda di Pontedera, dopo un 2024 poco brillante. Nel semestre si registra dunque una flessione del fatturato (-13,9% a 825,5 milioni) e dell’Ebitda a 147,1 milioni (-15,3%), con un utile netto quasi dimezzato, a quota 30,1 milioni (-42,2%). Nel contempo, il margine lordo industriale in rapporto al fatturato sale dal 29,8% al 30,4%, a fronte di un calo per l’Ebitda margin (dal 17,5% al 17,3%). Il Cda ha deliberato un acconto sul dividendo ordinario 2025 di 4 centesimi di euro per azione, contro gli 11,5 centesimi di euro di acconto di un anno fa.
“Nel trimestre appena concluso si sono evidenziati timidi segnali di ripresa nei mercati sudorientali che fanno intravedere, qualora la situazione internazionale non peggiorasse, una stagione di consolidamento della propensione all’acquisto da parte dei consumatori”, afferma l’amministratore delegato Michele Colaninno, ammettendo che l’attuale scenario di mercato per le due ruote è “non semplice e sfidante”, e sottolineando come “in momenti storici come questo, con dispute commerciali internazionali e tensioni geopolitiche allargate, poter rimanere flessibili, controllando la liquidità e la gestione finanziaria, è fondamentale”.
Al 30 giugno 2025 Piaggio ha venduto nel mondo 184.900 veicoli a due ruote (211.200 veicoli venduti nel primo semestre 2024, -12,5%), con la maggiore flessione nell’area Emea & Americas, dovuta alla contrazione della domanda di mercato causata in Europa dal passaggio da ‘Euro 5’ a ‘Euro 5+’, mentre nel settore dei veicoli commerciali ha venduto 53.500 unità (58.900 al 30 giugno 2024; -9,1%). “La formulazione di previsioni sull’anno in corso – afferma l’azienda – è ancora strettamente legata alla necessità di una stabilità geopolitica ed economica che possa portare a un positivo impatto sulla propensione all’acquisto dei consumatori. Continueremo ad affrontare le complessità macroeconomiche e geopolitiche con una attenta gestione della liquidità e della produttività, proseguendo in modo flessibile il percorso di crescita degli investimenti nei prodotti dei nostri marchi iconici, nella ricerca, nella tecnologia e nei poli produttivi”. (lt)