Nei primi nove mesi dell’anno – da gennaio a settembre 2023 – le esportazioni della Toscana sono cresciute in valore dell’8,5% (la media nazionale è +1%), superando i 42,4 miliardi di euro. Tra le regioni di tradizionale confronto ha fatto meglio solo il Piemonte (+9,2%), mentre il Veneto si è fermato a +0,7%, l’Emilia-Romagna a +1,4%, la Lombardia a +1,6%. I dati sono stati diffusi nei giorni scorsi dall’Istat. La frenata dell’export si fa sentire ovunque, legata a guerre, difficoltà di alcuni Paesi, inflazione (che ha gonfiato i prezzi), ma con intensità diverse legate ai settori di specializzazione.
La farmaceutica è sempre regina
I settori che hanno trainato le vendite all’estero della Toscana sono la farmaceutica (+52,8%) – ormai diventata uno dei più importanti nella bilancia commerciale regionale – e la meccanica (macchine e apparecchi (+20,1%). Bene anche i prodotti petroliferi raffinati (+190%), comparto a basso valore aggiunto che condiziona il risultato finale dell’export, e i mezzi di trasporto: scooter, yacht, autoveicoli segnano +11,5%. Continua, seppur rallentata, la marcia dei gioielli (+7,6% a 2,76 miliardi di euro), mentre subisce una decisa frenata, nel trimestre estivo, la carta, che finisce addirittura in terreno negativo (-3,7% nei primi nove mesi). In calo anche il vino (-7,5% a 852 milioni di euro), il marmo (-7%), il tessile (-6,7%), l’abbigliamento (-4,6%) e, soprattutto, le borse e scarpe (-9,1%) e i prodotti chimici (-11,7%).
Boom dell’export in Usa, crolla la Svizzera
L’export della Toscana viaggia sia verso i Paesi Ue (+9,9%) che verso quelli extraUe (+7,4%) col traino indiscusso degli Stati Uniti che nei primi nove mesi dell’anno mettono a segno +30,7%. Tonfo, invece, dell’export verso la Svizzera (-35,5%), tradizionale hub della moda di lusso, che si spiega soprattutto col rallentamento degli articoli in pelle.
Silvia Pieraccini