La Toscana ha meno lavoratori stranieri – ma resta Toscana la quinta regione in Italia per inserimento lavorativo – si abbassa il loro tasso di disoccupazione e migliora quello di occupazione. E sale il numero delle imprese a titolare nato all’estero. A fotografare la popolazione straniera presente nella regione è il Dossier Statistico Immigrazione di Idos, Confronti, Istituto di studi politici Pio V, Chiesa Valdese, Cgil Toscana e Assindatcolf.
Romania, Cina, Albania, Marocco e Senegal rimangono le comunità più numerose; mentre si sfuma, in fatto di istruzione, la preferenza attribuita dagli studenti stranieri agli istituti di tipo tecnico o professionale. Sul fronte lavoro, invece, con i suoi quasi 195mila occupati di cittadinanza non italiana, la regione si pone al quinto posto fra le regioni italiane per inserimento lavorativo dei cittadini stranieri. Anche se – spiega il dossier – in controtendenza rispetto al periodo dei quindici anni precedenti (2007-2022), nel 2023 l’incidenza degli occupati stranieri sul totale diminuisce di circa 9mila unita, passando: dalle 203mila del 2022 alle 194mila del 2023.
Cresce il numero delle imprese con titolare nato all’estero
In Toscana quasi 16 imprese su 100 hanno un titolare immigrato, perché cresce il numero delle aziende con titolare nato all’estero e diminuiscono quelle con titolare italiano, che dal 2018 al 2023 sono diminuite del 6,5%. Di contro, il numero di imprese “immigrate”, ovvero quelle con titolare nato all’estero, è continuato ad aumentare – spiega il dossier Statistico Immigrazione – , toccando quota 62.775 (+2,7% rispetto all’anno precedente, +11,6% rispetto al 2018). Un ritmo di crescita superiore a quello medio nazionale, tanto che la Toscana ospita il 9,5% delle imprese immigrate registrate in Italia.
Equamente divise fra servizi e industria, i cittadini immigrati titolari di impresa sono in larga misura uomini. Infine, la provincia toscana con il maggior numero di imprese “immigrate” è Prato che svetta (con il 33,2%) sopra tutte le altre (e saldamente al primo posto nazionale), seguita a distanza da Firenze (18,7%). Tutte le altre province hanno un’incidenza compresa tra il 14,4% di Pistoia e il 9,8% di Siena. (redtm)