Per la corsa a sindaco di Firenze del 2024 i grandi partiti cominciano a fare le loro scelte: e il primo colpo l’ha battuto il Pd che ha lanciato ufficialmente la candidatura di Sara Funaro, attuale assessora al welfare nella giunta di Dario Nardella. L’assemblea degli iscritti l’ha scelta con l’81% dei voti favorevoli, fra 170 votanti, approvando una mozione che comprendeva anche la rinuncia alle primarie (per cui serviva il placet dei tre quinti dei delegati) e il sì a una coalizione di centrosinistra che dal Pd si estende ad Azione, Sinistra italiana, Verdi, +Europa, Volt, Psi, Movimento di azione laburista.
Il centrosinistra punta sulla continuità
Classe 1976, Funaro è arrivata in politica dall’impegno sociale nel mondo del volontariato, ma la politica è anche nel suo Dna – è la nipote di Piero Bargellini, uomo di lettere e sindaco egli stesso al tempo dell’alluvione del 1966. Non eletta in Consiglio comunale nel 2009 nella lista di Matteo Renzi, fu nominata nello stesso anno vicepresidente dell’Asp Firenze Montedomini; dal giugno 2014 è assessore comunale nelle giunte di Dario Nardella, e incarna oggi la continuità con il sindaco uscente. O quantomeno, con la versione più recente dell’amministrazione Nardella, caratterizzata da un tentativo di recupero su temi come la sicurezza urbana e il contrasto all’overtourism.
Sul nome di Funaro in prospettiva 2024, sostenuto con forza dal sindaco Nardella, si è compattata la maggioranza del Pd di Firenze – dall’ala sinistra ai riformisti, passando per il governatore Eugenio Giani. “Mi metto a disposizione con la mia storia e il mio impegno – ha affermato lei, dinanzi all’assemblea -, con la forza delle nostre idee e delle azioni che abbiamo compiuto in questi anni, nei quali sono spesso venuta a contatto con la parte più vulnerabile e sofferente della nostra città. Da lì dobbiamo cominciare, mettendoci all’altezza degli occhi delle persone perché la sinistra serve se cambia le vite di chi ne ha più bisogno. Questa deve essere la nostra missione, recuperando la storia bellissima della nostra città”.
Senza primarie, Del Re correrà da sola?
L’investitura di Funaro, e il contestuale no alle primarie, segnano in questa fase la sconfitta di Cecilia Del Re, l’ex assessora comunale all’urbanistica, estromessa da Palazzo Vecchio dopo uno scontro con Nardella, e che aveva chiesto primarie anche con un evento da 1500 persone al Tuscany Hall a metà novembre. “Il Pd fiorentino ha rinnegato un suo principio fondativo”, ha attaccato Del Re, osservando che “Funaro punta sulla continuità”, ma “una candidata senza programma e con un voto spaccato non è una bella partenza”.
Le strade da percorrere, adesso, non sembrano tra le più agevoli. C’è il rientro nei ranghi Dem e l’appoggio a Funaro, ma le dichiarazioni del post-assemblea non paiono molto concilianti. E c’è l’ipotesi di una corsa fuori dal Pd, con una lista civica, per poter far pesare il proprio pacchetto di voti – Del Re fu regina delle preferenze nel 2019 – al secondo turno. Una corsa solitaria, o in un ticket con Italia Viva e il suo candidato. Anzi, candidata.
Saccardi scalda i motori, Renzi in città per lo start
Infatti Iv, fuori dalla coalizione di centrosinistra che sostiene Funaro al netto delle dichiarazioni di cortesia del segretario regionale Pd Emiliano Fossi, sta per lanciare la corsa a sindaco di Stefania Saccardi, vicepresidente della Regione Toscana. L’annuncio di una conferenza stampa con la stessa Saccardi per sabato 9 dicembre, dato a mezzo social dal leader Matteo Renzi, pare il preludio all’ufficialità. L’ex premier attacca il Pd, che ha scelto “la sinistra radicale” come alleato. “Sarà interessante leggere il programma sull’aeroporto, sullo stadio, sui servizi pubblici. Sabato racconteremo con Stefania Saccardi perché noi la pensiamo in un altro modo. Ma proprio in un altro modo”.
Saccardi punterebbe alla doppia cifra, sulla scorta del 15% riportato alle elezioni politiche 2022, quando però correva anche con Azione nell’effimero Terzo Polo, nei seggi di Firenze città per un collegio uninominale del Senato: la vicepresidente della Regione arrivò terza dietro Ilaria Cucchi e Federica Picchi. Una corsa contro il Pd, tuttavia, pare destinata a generare un caso politico in Regione, e il suo ruolo di vicepresidente con delega all’agroalimentare potrebbe essere messo in discussione.
A gennaio l’ora di Schmidt?
La partita nel centrodestra appare meglio definita. L’unico nome in campo ormai per il candidato a sindaco di Firenze è quello del direttore delle Gallerie degli Uffizi, Eike Schmidt, che scioglierà la riserva subito dopo le feste, a gennaio 2024. Schmidt, da pochi giorni cittadino italiano, è il nome sul quale Fratelli d’Italia sembra riuscito a compattare la coalizione con Lega e Forza Italia: e nelle interviste affronta sempre più spesso temi politici: oggi su Repubblica si è definito un “centrista aristotelico”, antifascista e antinazista, sostenendo che le priorità per Firenze sono sicurezza e infrastrutture.
Leonardo Testai