Nel 2025 Firenze si conferma una delle città guida della sharing mobility italiana: secondo il 9/o Rapporto dell’Osservatorio nazionale sharing mobility, la città è l’unica in Italia, insieme a Milano, Roma, Torino e Bergamo, a offrire tutti e quattro i servizi principali – car sharing, bike sharing, monopattini e scooter sharing – e conquista il primo posto assoluto nello Sharing Mobility Meter 2025 con 93 punti, davanti a Milano (92) e Bologna (90).
L’indice elaborato dall’Osservatorio sharing mobility premia Firenze per la varietà dell’offerta (100 punti), la dimensione della flotta (95) e l’intensità della domanda (100 nei noleggi per abitante). Il risultato riflette un modello urbano giudicato maturo, dove la mobilità condivisa non è più una novità ma un’abitudine quotidiana per molti. Va detto però che l’offerta è inferiore rispetto al 2018 per i veicoli targati: allora si contavano circa 550 vetture in servizio di car sharing – cifra che rendeva Firenze la quarta città in Italia per numero assoluto di auto condivise, e terza per densità procapite, nonché terza per chilometri a noleggio. Dopo che operatori come Share’n’go e Car2go hanno abbandonato la piazza, rimane la sola Enjoy, e le auto sono 188.
La riduzione della flotta: una selezione naturale del mercato
Il 9/o Rapporto nazionale evidenzia come, nonostante l’aumento della domanda, l’offerta di veicoli in sharing in Italia stia attraversando una fase di contrazione strutturale. Dopo il picco del 2022, con oltre 110.000 mezzi, nel 2024 la flotta totale è scesa a 95.600 unità (–15% in due anni), e nel primo quadrimestre 2025 si è registrata un’ulteriore riduzione del 5%. Le cause, secondo l’Osservatorio, sono riconducibili a una doppia pressione: da un lato, la fine del ciclo espansivo del venture capital che tra il 2018 e il 2022 aveva alimentato l’ingresso di decine di operatori, spesso con strategie “growth-first”; l’aumento dei tassi di interesse e le tensioni geopolitiche “hanno reso più oneroso il reperimento di capitale – afferma il rapporto, orientando i fondi verso scelte più selettive e riducendo sensibilmente, nell’arco di due anni, il peso della micromobilità”.
Dall’altro lato, l’inasprimento dei regolamenti comunali in molte città – tra cui Roma, Milano e Bologna – ha ridotto il numero di licenze disponibili, spingendo fuori mercato diversi player. Il risultato è un sistema più concentrato e meno frammentato: nel 2025 gli operatori attivi sono 37, il 20% in meno rispetto al 2022, mentre i servizi scendono da 182 a 166. Il processo di selezione, secondo l’Osservatorio, “favorisce player più solidi e multi-servizio”, ma riduce la capillarità, lasciando scoperte molte città medio-piccole.
Il caso del car sharing: calo di veicoli, ma più percorrenze medie
Il segmento più colpito dalla riduzione delle flotte è il car sharing, che nel 2025 registra una contrazione del 17% rispetto al 2024, con circa 8.600 auto operative su scala nazionale. E’ un dato che segue la riduzione della flotta free floating (il sistema nel quale un veicolo può essere preso a noleggio e lasciato in un punto qualsiasi all’interno dell’area operativa del gestore) di Enjoy, l’operatore storico di Eni, che ha ridimensionato la presenza a Firenze e in altre città chiave come Bologna, Torino, Roma. Nonostante la flessione del parco mezzi, il car sharing mantiene un ruolo centrale nella mobilità condivisa: pur rappresentando solo il 10% della flotta complessiva, genera il 46% dei chilometri percorsi totali — circa 84 milioni di km nel 2024 — grazie a percorrenze medie molto superiori rispetto agli altri servizi (13 km per il free-floating, 27 km per lo station-based, sistema che si avvale di stalli riservati).
Il dato conferma che il car sharing, pur numericamente minoritario, riesce a intercettare spostamenti di medio-lungo raggio, integrando il trasporto pubblico e sostituendo in taluni casi l’auto privata. Firenze si distingue in questo contesto per un utilizzo, in apparenza, particolarmente efficiente: il servizio registra un incremento dei noleggi del 24% nel 2024, nonostante la riduzione delle auto disponibili, segno di una razionalizzazione dell’offerta più che di un ridimensionamento della domanda.
Efficienza contro espansione
La riduzione della flotta, a giudizio dell’Osservatorio, non va interpretata solo come segnale di crisi, ma come sintomo di una fase di maturità del settore. Gli operatori abbandonano l’approccio estensivo, concentrandosi su una gestione più sostenibile dal punto di vista economico e ambientale. Le città più grandi, come Firenze, ne escono rafforzate: qui la densità di domanda consente di mantenere livelli di rotazione elevati (fino a quattro noleggi al giorno per veicolo) e di garantire una copertura continua nelle aree centrali e nei nodi del trasporto pubblico. Al contrario, nei centri minori la contrazione delle flotte si traduce in perdita di accessibilità. Tra il 2022 e il 2025 sedici capoluoghi italiani hanno perso i servizi di sharing mobility: tra loro anche Prato, dove operavano monopattini e bici. Fra gli altri capoluoghi toscani, ad Arezzo sopravvivono car sharing e monopattini, a Pisa monopattini e bici, a Siena le sole bici.
Leonardo Testai