Sammontana conferma il suo obiettivo di chiudere il 2025 con ricavi vicini al miliardo di euro e raddoppiarne il valore entro cinque anni, con un Ebitda al 20%, attraverso una crescita prevalentemente per linee esterne: il presidente del gruppo empolese, Leonardo Bagnoli, insieme al presidente di Sammontana Italia Marco Bagnoli, hanno incontrato oggi la stampa a Maser (Treviso) nella sede di Forno d’Asolo, l’azienda veneta con cui Sammontana si è fusa nella nuova entità che vede fra gli azionisti anche il fondo Investindustrial.
Per sostenere le strategie di crescita del nuovo gruppo, lo scorso anno Sammontana ha collocato un’obbligazione da 800 milioni con scadenza 2031. E in relazione al rapporto con Investindustrial, Leonardo Bagnoli ha evidenziato come “non ci siano certezze su come far evolvere la società. Siamo molto in sintonia, e se il fondo intendesse rimanere oltre i canonici cinque anni noi non avremmo nessun problema a continuare il percorso con loro”. Oggi Investindustrial detiene circa il 42% del gruppo, con la famiglia Bagnoli al 57%.
L’indirizzo strategico rivolto alle acquisizioni all’estero da un lato è teso a incrementare la presenza internazionale di Sammontana, che attualmente rappresenta circa il 20% dei ricavi complessivi, e dall’altro risente delle prescrizioni dell’autorità Antitrust, che in occasione dell’autorizzazione alla fusione con Forno d’Asolo rilevò una marcata concentrazione del comparto del prodotto dolciario e da forno venutasi a creare con l’unione delle due insegne, portando alla cessione della controllata Lizzi al gruppo belga Vandemoortele. E anche per questo eventuali future operazioni in Italia dovrebbero concentrarsi in particolare sul segmento del salato. (lt)