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Industria

01 giugno 2023

Salta l’operazione Greybull-McLaren, nubi sul futuro di Fimer

Chiesta la revoca del concordato preventivo: naufragata l’ intesa sull’iniezione di liquidità per il rilancio dell’azienda.

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Salta l’operazione Greybull-McLaren Applied Technologies per il salvataggio della Fimer: non è stata trovata l’intesa fra l’attuale azionista e i nuovi investitori sulle condizioni e alle garanzie legate al versamento dei primi 10 milioni di euro, prima parte dell’iniezione di liquidità necessaria per rilanciare la produzione della fabbrica di Terranuova Bracciolini. Tanto che oggi, 1 giugno, in tribunale è stata chiesta la revoca del concordato, e si attendono le decisioni del giudice delegato.

“McLaren non accetta le condizioni del finanziamento”, affermano i legali della Fimer in una nota, nella quale comunicano di aver depositato la rinuncia al concordato preventivo che avevano chiesto a fine 2021. “McLaren/Greybull, in spregio alle trattative – si legge -, ha riproposto tali e quali le condizioni che ben sa essere considerate non ricevibili da Fimer, oltre a essere realisticamente non attestabili; senza dire dell’assai dubbia legittimità e del contrasto con l’interesse della società stessa e dei suoi creditori”.

Opposto il punto di vista di Greybull Capital: “Nel corso degli ultimi mesi – afferma il fondo – abbiamo fatto ogni cosa in nostro potere per supportare Fimer, attraverso una forte offerta economica, che includeva un’immediata immissione di capitale e l’affiancamento di un partner strategico per lo sviluppo del business. Questa ultima decisone del consiglio di amministrazione ci lascia profondamente perplessi e rimaniamo in attesa che si pronunci il tribunale”.

In allarme i sindacati che già nei giorni scorsi, di fronte all’impasse del processo di ricapitalizzazione, avevano denunciato “atteggiamenti ostativi da parte del cda, probabilmente condizionato dagli azionisti” di Fimer. “Occuperemo lo stabilimento, ora è necessario alzare l’asticella – affermano Ilaria Paoletti (Cisl) e Alessandro Tracchi (Cgil) -, andremo anche a Vimercate”, sede della casa madre, “ma dentro lo stabilimento nessuno dovrà entrare nè portare via materiale”.

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